Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha deciso di inviare soldati in Amazzonia per cercare di porre un freno all’incessante deforestazione. Un fenomeno che sembra non conoscere tregua e che, anzi, ha subito un’accelerazione negli ultimi anni.
Nel 2019, l’Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali del Brasile (INPE) ha stimato in oltre 10.000 i chilometri quadrati (circa la metà del Veneto) di foresta amazzonica perduta. Destinati alle colture o all’allevamento.
La decisione di Bolsonaro, ha però attratto molte polemiche. Secondo i suoi detrattori, l’impegno dell’attuale presidente non solo non è sufficiente, ma è anche controproducente; in quanto promuoverebbe politiche discriminatorie nei confronti degli indigeni e a favore del disboscamento.
Pressioni su Bolsonaro sono state esercitate anche dall’amministrazione USA di Joe Biden; impegnato in prima linea contro i cambiamenti climatici che derivano, tra le altre cose, dalla massiccia deforestazione.
Federico Kapnist