L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha portato con sè alcuni effetti che riguardano da vicino il mondo della Proprietà Intellettuale e dunque la competitività delle imprese. Per effetto della Brexit infatti, il Regno Unito è divenuto un Paese terzo in materia di diritti di proprietà intellettuale.
Tuttavia, l’Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione siglato con l’UE prevede regole di conversione dei marchi, modelli o disegni comunitari già registrati all’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (Euipo) prima del 31/12/2020: questi titoli verranno convertiti in equivalenti marchi, modelli o disegni validi nel Regno Unito, senza richiesta di pagamento di tasse ufficiali.
Dal momento della conversione, però, diventeranno titoli autonomi rispetto a quelli originari, il che vuol dire che alla scadenza dovranno essere rinnovati dall’impresa. Per i titoli presentati all’EUIPO entro dicembre 2020, ma non ancora registrati a quella data, sarà invece necessario chiedere la conversione all’Ufficio del Regno Unito (UKIPO) entro il 30/9/2021. Il Regno Unito si è impegnato comunque, anche in questo caso, a creare un titolo “clone”.
“Le imprese veronesi esportano prodotti per 654 milioni di euro – afferma Riccardo Borghero, vice segretario generale della Camera di Commercio di Verona –, l’export nel 2020 è diminuito del 13,2% per effetto del Covid, ma senz’altro anche per la confusione generata dal mancato accordo tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit. Oltre ai problemi per la gestione dell’Iva, in regime extracomunitario, le aziende si trovano anche a dover gestire questi delicati passaggi di consegne in tema di proprietà intellettuale. Ricordo che il principale prodotto esportato nel Regno Unito è il vino ed è anche il più imitato. Per questo occorre fare attenzione a tutti i passaggi di conversione e ricordare che poi le scadenze per il rinnovo saranno quelle britanniche, come gli uffici di riferimento. Per le imprese veronesi titolari di diritti di proprietà intellettuali europei, che dovranno quindi gestire questi adeguamenti, è sempre disponibile lo Sportello Tutela Proprietà Intellettuale della CCIAA, che fornisce informazioni e supporto attraverso i professionisti che vi collaborano”.
Nessun impatto, invece, è previsto sui brevetti europei per i quali era stato designato anche il Regno Unito, in quanto il titolo conferito dalla procedura di registrazione è già un titolo nazionale. Sono protette anche le Indicazioni Geografiche già registrate nell’UE al 31.12.2020., per tutto il periodo in cui durerà la protezione nell’UE.