“Non tutti i mali vengono per nuocere” recitava un vecchio adagio. Così, senza voler negare il nocumento che questo terribile virus ci ha arrecato e volendo cogliere quelli che potrebbero essere considerati gli aspetti positivi dei cambiamenti indotti, potremmo dire di aver acquisito la consapevolezza del nostro digital divide, rispetto a tanti altri Paesi del Mondo Occidentale, sia dal punto di vista tecnologico, che culturale.
Cosi succede che, nell’epoca in cui tutti parlano di smart working, tra chi lo subisce e chi invece vorrebbe farne di più, in una città come Treviso, all’improvviso si senta la necessità di accelerare sulla digitalizzazione proprio perché il Covid-19 ha messo la pubblica amministrazione di fronte alle carenze e alle lentezze, che il privato non può più permettersi.
L’assessore Manera, che ha messo la digitalizzazione tra le priorità del suo mandato, spiega: “Stiamo installando un sistema informatico integrato, che, a moduli, andrà ad interessare tutti i settori, per avere finalmente un programma univoco di dialogo e digitalizzazione del Comune. Abbiamo lanciato un bando per una App, che ci permetterà di trasferire sullo smartphone diverse attività che oggi richiedono l’accesso agli sportelli. Sarà integrata ad altri servizi e andrà a ridurre fortemente le code”.
Con questo sistema, sarà sufficiente una registrazione per chiedere appuntamenti o ricevere informazioni sull’arrivo di documenti, senza muoversi da casa o telefonare.
Poi perché le cose possano funzionare veramente, dovrà adeguarsi anche tutto l’apparato burocratico statale, smaltendo i numerosi sistemi cartacei esistenti.