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Fabrizio Nonis, 58 anni, noto volto tv del mondo dell’enogastronomia, e suo figlio Simone, 22 anni, sono stati aggrediti e brutalmente pestati venerdì all’uscita dallo stadio Bentegodi, dopo Verona-Inter. A quanto racconta lo stesso Nonis al Gazzettino l’aggressione è scattata mentre i due tornavano all’auto parcheggiata dietro la curva degli ultras veronesi.
“Da un gruppo di qualche centinaio di persone si sono staccati in sei o sette che con fare minaccioso hanno cominciato ad urlarci chi eravamo, cosa facevamo, per quale squadra facevamo il tifo”. Poi, “all’improvviso mi è arrivato un pugno in faccia, secco, sono finito a terra, mio figlio ha cercato di aiutarmi, ma hanno cominciato a colpire anche lui”.
Il gruppo di Ultras li ha seguiti fino all’auto: “Altre botte, spintoni, calci. Poi, evidentemente soddisfatti, o forse perché distratti dall’arrivo di altre persone, si sono dileguati”. Le due vittime hanno chiamato a quel punto il 118: “A mio figlio hanno riscontrato botte ed escoriazioni, a me è andata peggio, perforazione del timpano destro e microfrattura allo zigomo”.
Secondo Nonis l’aggressione sarebbe stata pretestuosa: “Solo la sete di violenza immotivata. Non avevamo sciarpe di alcun tipo e persino i nostri vestiti erano totalmente neutri, non potevamo essere identificati per tifosi e in effetti non lo siamo. Oltretutto in quel momento non stavamo neanche parlando della partita. Era gente che voleva fare del male. E non erano neppure ubriachi, mi sembravano lucidissimi e determinati, un agguato in piena regola. È stata una delle serate più sconvolgenti della mia vita. Il tutto è durato un quarto d’ora, ma mi chiedo come sia possibile che in una città come Verona possano succedere cose del genere”.
Immediato lo sdegno di molti, compreso il sindaco di Verona che ha sentito Nonis e gli ha espresso la vicinanza della città. Messaggi di denuncia per l’accaduto sono giunti anche dalla squadra scaligera: “Hellas Verona FC censura con sdegno e fermezza qualsiasi atto di violenza o intimidazione, ovunque e da chiunque esso venga perpetrato, esprimendo massima solidarietà al signor Nonis e al figlio”. Intanto continuano le indagini della Digos per dare un volto agli aggressori e ricostruire nei dettagli la vicenda.