“I dati dell’Istat confermano le indicazioni che abbiamo già da alcuni mesi da parte dei nostri centri di ascolto: all’inizio del lockdown le richieste di aiuto riguardavano infatti il fabbisogno alimentare: il cibo da mettere in tavola, richieste che siamo riusciti a soddisfare anche grazie all’aiuto delle amministrazioni locali. Negli ultimi mesi invece le richieste di aiuto sono state invece di ordine economico: per pagare le bollette, gli affitti, e altri debiti come le rate di mutuo, perché nel frattempo si è eroso sempre più il patrimonio economico delle famiglie”. Così all’Adnkronos, il direttore della Caritas di Treviso Don Daniele Schiavon traccia un quadro della povertà nelle sua provincia in linea con l’ultimo rapporto dell’Istat.
E il responsabile della Caritas trevigiana spiega poi che “secondo il nostro ‘Fondo di Comunità’ il 65-67% delle richieste di aiuto viene da famiglie italiane, e tra queste il 27-30% da mamme sole con figli, a cui i mariti separati non danno più l’assegno di mantenimento perché loro stessi, hanno perso il lavoro per il Covid e si trovano in condizioni di difficoltà economica”, sottolinea Don Schiavon. Che continua spiegando che: “Con il Fondo di Comunità abbiamo già aiutato un centinaio di famiglie, ad ognuna è andato un aiuto in media di 1.300-1400 euro”.
“Ma il trend potrebbe presto vedere un consolidamento ed una crescita, perché dal punto di vista economico siamo solo all’autunno, presto arriverà l’inverno e la gelata anche in vista dello sblocco dei licenziamenti. Per questo, come direttori della Caritas diocesane ci stiamo confrontando per mettere a punto nuovi strumenti non sol odi sostegno economico ma anche di accompagnamento a nuove occupazioni per chi ha perso il lavoro con la crisi causata dalla pandemia”, conclude.