Non è la prima volta che il sindaco di Verona, Federico Sboarina, fa appello alle realtà economiche cittadine perché sostengano asset fondamentali come la fiera o l’aeroporto, che sono stati gravemente colpiti dalla pandemia. In particolare l’ultima ‘tirata d’orecchi’, lanciata all’incontro per il progetto “Verona Solidale” con a fianco il vescovo Giuseppe Zenti, sembrava proprio rivolta a Fondazione Cariverona.
Il sindaco ha detto che “non è concepibile in questo terribile periodo che qualcuno pensi di fare speculazione finanziaria o di altro tipo”. Un’affermazione che non deve essere piaciuta al presidente dell’ente, Alessandro Mazzucco.
A stretto giro è arrivata anche la risposta della Fondazione che in una nota ha riassunto tutti gli impegni finanziari (e non solo) che sono stati messi in campo per aiutare la città in tempo di Covid, rivendicando come l’amministrazione del patrimonio dell’ente aderisca “al principio della sana e prudente gestione” e che abbia destato “viva sorpresa udire l’assimilazione delle ‘fondazioni’ a ‘istituti bancari e assicurativi'”.
Inoltre nella nota viene sottolineato che: “La Fondazione laddove si trovi a detenere partecipazioni in società quotate o non quotate, di rilievo nazionale o locale ispira il suo ruolo ad attiva e trasparente promozione dello sviluppo delle diverse società partecipate e deliberatamente non svolge alcuna attività speculativa o di trading”.
Il riferimento potrebbe essere alla questione Cattolica Assicurazioni, della quale la Fondazione detiene una piccola partecipazione. Capitolo tutt’altro che facile con l’ingresso nei giochi di Generali prima e di Enrico Marchi e Finint adesso. Partita che riguarda anche l’aeroporto Catullo che rischia di scivolare di mano ai soci privati e di finire proprio a Save di Marchi.
E poi tra i problemi da affrontare c’è quello dell’aumento di capitale di Veronafiere, del quale Cariverona è il secondo socio dietro al Comune. La Fondazione avrebbe fatto sapere che non ci sarebbe alcun accordo sull’operazione, anzi ci sarebbero molte perplessità sul Piano presentato per il 2021-2024.
Cariverona, dopo la fusione della Popolare di Verona con la milanese Bpm e l’ingresso di Generali in Cattolica, resta l’ultima vera istituzione finanziaria di Verona, e bisognerà scenderci a patti.