Questo per i viaggi, soprattutto in aereo, è stato un anno da dimenticare. Anche il Catullo, l’aeroporto veronese, non fa eccezione, con una flessione, nei primi nove mesi dell’anno che arriva al 69,1%, circa 920,630 passeggeri in meno rispetto allo scorso anno.
Numeri che hanno quindi ripercussioni anche sul margine operativo lordo (l’Ebitda) in negativo di 2,3 milioni per una riduzione di 15,3 milioni rispetto a gennaio-settembre 2019. A comunicare i dati l’assemblea degli azionisti di Catullo S.p.A., la società di gestione degli aeroporti di Verona e Brescia, che vede Aerogest al 47% e Save di Enrico Marchi al 41,8%.
“L’impatto della crisi sul Catullo ha annullato l’importante lavoro che aveva portato ai risultati del 2019, i migliori mai conseguiti. Nel perdurare dell’incertezza e in una prospettiva di graduale recupero dei livelli di traffico, i soci devono unirsi in una visione comune”, dice Giuseppe Riello, presidente di Aerogest.
Una crisi, sottolineano gli azionisti del Catullo che “rende necessario valutare gli interventi più adeguati per continuare con il processo di crescita: indispensabile preparare lo scalo agli appuntamenti futuri, primo tra tutti le Olimpiadi invernali del 2026“.
Spiega Marchi, presidente del Gruppo Save: “La crisi colpisce duramente gli aeroporti di tutto il mondo e, senza l’intervento del Governo, rischia di pregiudicare la realizzazione di opere fondamentali. Ma la crisi passerà, le persone torneranno gradualmente a volare, e noi ribadiamo la nostra disponibilità a sostenere il Catullo nel suo percorso di crescita solo momentaneamente interrotto”.