I dati sono impietosi: secondo il Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti “La sostenibilità al tempo del primato della salute”, in Italia ci sono 600.00 poveri in più, un numero che va sommato ai nostri connazionali che già prima del Covid vivevano una situazione di forte disagio economico e sociale.
Questi numeri nella realtà si traducono in 7 milioni e 600mila famiglie che hanno avuto un peggioramento del tenore di vita e ben 5 milioni di persone non riescono più nemmeno ad avere un pasto dignitoso, tanto che sono stati costretti e ricorrere alle associazioni di volontariato.
E così pure la fiducia nel futuro cambia, con il 60% degli italiani che ritiene che la perdita del lavoro, o del reddito, sia un evento che li potrà riguardare nel prossimo anno.
Per quanto riguarda il gender gap, tra uomini e donne, ci sono circa 20 punti di differenza nel tasso di occupazione (48,4% donne, 66,6% uomini). In questo periodo più donne hanno perso il lavoro o hanno smesso di lavorare, quasi il doppio rispetto agli uomini, facendo segnare un -2,2% rispetto al 2019, contro il -1,3% degli uomini.
Il rapporto evidenzia inoltre delle differenze generazionali, dal momento che i fenomeni di riduzione dell’occupazione colpiscono di più i giovani rispetto ai lavoratori adulti, con il risultato che usciremo dalla pandemia con una società più diseguale, sia in termini di redditi e patrimoni, ma anche per quanto riguardo possibilità e aspettative.
A peggiorare il quadro arriva anche la previsione di Eugenio Gaiotti, capo del dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, che, ascoltato in audizione sulla manovra nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha detto che la ripresa nel 2021 sarà “verosimilmente più lenta del previsto”.
Nel quarto trimestre 2020, ha detto “è plausibile una flessione del Pil anche se più contenuta rispetto alla primavera. È probabile che il risultato per l’anno risulti comunque in linea con quanto prefigurato in ottobre”.
“L’entità dell’effetto macroeconomico dei progetti di investimento e di riforma dipenderà soprattutto dalla loro definizione concreta nell’ambito del Piano nazionale di rilancio e resilienza e dalla loro attuazione tempestiva. Andrà posta grande attenzione alla fase esecutiva, precisando i dettagli ed evitando sprechi, ritardi e inefficienze – ha sottolineato Eugenio Gaiotti -. Come abbiamo sottolineato più volte, il programma Next Generation EU è un’occasione da non perdere per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana“.
L.M.