L’associazione Donna chiama Donna, presieduta da Maria Zatti, continuerà a gestire il Centro Antiviolenza del Comune di Vicenza, dall’1 aprile 2021 al 31 dicembre 2022. Lo ha annunciato oggi, nella sede del centro, l’assessore ai servizi sociali Matteo Tosetto, la conferma arriva a seguito di una gara ad evidenza pubblica che affida il Ceav per l’importo complessivo di 165.797 euro (esclusa iva).
“Dal primo di aprile il centro antiviolenza è gestito da Donna chiama Donna, in continuità quindi con la gestione precedente – ha spiegato l’assessore ai servizi sociali Matteo Tosetto -. Il servizio offerto è fondamentale soprattutto se si osservano i dati: è quasi triplicato, purtroppo, il numero delle donne che si rivolge a questo sportello. E questo incremento è dovuto anche alla pandemia che ci ha colpiti e che costringe le donne a trascorrere più tempo in casa con il maltrattante. Il servizio si rivela quindi sempre più necessario e certamente verrà potenziato grazie alla professionalità dei servizi sociali del Comune di Vicenza e alla rete delle realtà che collaborano con il Comune insieme a tutti i volontari e alle professionalità coinvolte. Grazie all’apporto di tutti riusciamo a dar aiuto a tante donne che desiderano uscire dalla grave situazione di violenza e maltrattamento che vivono tra le mura domestiche”.
Tra le attività vi sono il servizio di counselling, le consulenze psicologiche, le consulenze legali, l’accompagnamento alla denuncia del maltrattamento e l’accompagnamento ai servizi sociali e sociosanitari. L’associazione Donna chiama Donna integra l’offerta con gruppi di mutuo aiuto per dipendenze affettive, il gruppo psicoterapeutico per donne in uscita da situazioni di violenza intrafamiliare gestito da professioniste volontarie e il gruppo di lettura.
Particolare attenzione è dedicata a eventi di sensibilizzazione come spettacoli teatrali, partecipazioni a trasmissioni televisive locali, ad assemblee nel territorio, per favorire una cultura dei diritti e del rispetto delle donne. Infine il centro si occupa anche di attività di formazione nelle scuole, attraverso progetti specifici per classi e per età e per assemblee d’istituto presentati da psicologhe, psicoterapeute, pedagogiste e avvocate volontarie.
Prese in carico
Nell’anno 2020 e nei i primi 3 mesi del 2021 il Ceav ha seguito 266 donne, di cui 156 nuove prese in carico. La presa in carico dei casi ha previsto, soprattutto se la situazione si presentava complessa, colloqui a cadenza settimanale e accompagnamento totale, almeno nel primo periodo. L’obiettivo, in situazioni di forte complessità, è stato quello di rendere le donne sempre più autonome nelle decisioni e nelle azioni. In questa tipologia di presa in carico, il lavoro da parte dell’operatrice è stato duplice: una parte di accompagnamento pratico che ha previsto il coordinamento con altri professionisti ove necessario (avvocato, forze dell’ordine, assistente sociale, commercialista, consulente del lavoro ed altri) e una parte di sostegno emotivo e di empowerment che ha spesso fatto emergere necessità di tipo psicologico più approfondito.
I dati dicono che: delle 266 donne seguite in questo periodo al CeAV di Vicenza, 139 hanno figli minori, 141 non sono indipendenti economicamente, 156 sono italiane (pari al 58%). La fascia di età più colpita è quella che va dai 31 ai 50 anni, ma sta crescendo velocemente anche il numero delle donne più giovani che vanno dai 18 ai 30 anni. La motivazione che porta le donne a contattare il Centro è per l’84% dovuta a maltrattamenti da parte del partner convivente/coniuge attuale (66%) o ex partner/coniuge (20%). Sulla stessa linea sono i dati per quanto riguarda lo Sportello di Arzignano in cui le prese in carico si aggirano su circa 80 donne.