La storia della ricerca di un sacrestano per la parrocchia di Cortina, sta facendo il giro del web. Vitto, alloggio, 1300 euro al mese, tredicesima e quattordicesima devono essere sembrati un’ottima ragione per le 95 persone, di tutte le età e di diverse zone d’Italia, che hanno risposto alla richiesta di don Ivano Brambilla, milanese, prima cappellano e poi parroco decano dal 2017 a Cortina. Il posto di sacrestano, era rimasto vacante recentemente, dopo che per oltre 60 anni, questo compito era stato svolto dai componenti di una stessa famiglia, di una vicina valle ladina, che si erano trasmessi l’incarico, di padre in figlio.
La bellezza della conca ampezzana deve avere sicuramente giocato un suo ruolo, ma le criticità economiche di molte famiglie, nell’epoca del coronavirus, devono essere state determinanti nel successo inaspettato quanto clamoroso della risposta all’iniziativa del parroco, che aveva pensato, in modo più sbrigativo rispetto alle vecchie tradizioni ampezzane, di farsi inviare le “candidature” all’indirizzo e-mail della parrocchia.
“Non ce l’aspettavamo. Hanno risposto anche persone laureate in Storia dell’Arte, Economia e Lettere, dai 25 ai 70 anni”. Sono arrivati curricula da tutta l’Italia. Ora, Don Ivano è quasi imbarazzato nel far sapere che non si accettano più candidature. Nei prossimi giorni, saranno organizzati i colloqui, “in presenza” per le persone provenienti dalle zone vicine a Cortina e, online per tutti gli altri. Il prescelto prenderà servizio dal prossimo 7 gennaio.
La figura del sacrestano, secondo il Caeremoniale Episcoporum, doveva essere quella di un presbitero, che si doveva occupare di sacrestia, Eucarestia, Fonte battesimale, Olii santi, sacre reliquie, decorazione della chiesa, secondo le diverse ricorrenze, suono delle campane e mantenimento dell’ordine della chiesa. Oggi invece il sacrestano è un laico, che continua in linea di massima, ad occuparsi delle stesse mansioni.