La Cgia di Mestre ha realizzato uno studio commissionato da Confartigianato Belluno per scattare la fotografia della situazione presente e programmare le azioni e le prospettive future.
«In questo momento, oltre ad aiutare le imprese nel contingente, ci pare essenziale iniziare a fare dei ragionamenti sul dopo, che necessita di una doppia progettualità, volta sia alla ripartenza post Covid, sia al superamento delle problematiche già esistenti in provincia» spiega la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella.
«Partendo da una necessaria analisi dei dati sull‘artigianato in provincia effettuata dalla Cgia di Mestre – aggiunge il direttore Michele Basso – auspichiamo escano dal confronto con gli ospiti del convegno spunti interessanti per proposte concrete sul futuro della nostra provincia. Da parte nostra proporremo la valutazione di fattibilità di una zona a fiscalità diversa. Il tema non è la legittimità ma il riconoscimento di una zona a vantaggio burocratico e fiscale per il territorio bellunese, attraverso un percorso partecipato da parte di tutti gli stakeholders locali per giungere a una visione unitaria».
Quello che emerge dallo studio è che nella provincia di Belluno è in atto un processo di spopolamento, la componente giovane della popolazione continua a diminuire mentre si assiste a un pericoloso processo di desertificazione imprenditoriale. Occorre quindi reagire, mettendo in atto una serie di politiche a più livelli che siano in grado di creare un circolo virtuoso, che comprenda:
- rafforzare l’attrattività del territorio e contrastare lo spopolamento;
- attuare un piano di investimenti e di infrastrutture;
- realizzare una politica turistica per il territorio in una visione unitaria;
- agevolare le attività economiche imprenditoriali.
Per fare questo è necessario considerare il territorio bellunese come un sistema, studiando con attenzione la localizzazione delle attività e i flussi turistici, che aumentano la richiesta di servizi in determinate zone e periodi dell’anno. Servono quindi infrastrutture fisiche (completare lo sbocco autostradale per l’A27 e ferroviario velocizzando il tratto Venezia-Calalzo, e realizzare il Treno delle Dolomiti, integrato al treno ed efficiente per le altre valli). E non da ultimo portare la banda larga in ogni edificio.
In quest’ottica si potranno sostenere le imprese con agevolazioni e regimi fiscali più vantaggiosi, garantendo l’accesso al credito, minori costi per l’energia e i rifiuti e meno burocrazia.
Per contrastare contrastare lo spopolamento, che implica dare delle opportunità alle giovani generazioni si deve partire dal mondo della scuola e della formazione che dovrebbe puntare a creare competenze e professionalità spendibili nell’economia locale, quindi professionisti/tecnici della filiera agro-alimentare e della filiera del legno, in agraria, informatica, e in prospettiva in ingegneria, spingendo le università ad aprire succursali anche a Belluno.
E non da ultimo il turismo deve essere un’occasione di sviluppo del territorio e volano per la crescita delle attività economiche (soprattutto per le aziende della filiera agro-alimentare). Va pensata una azione di marketing in cui accanto all’offerta di un territorio di inestimabile valore, si propongano anche una serie di attività in modo da coniugare il «dove andare» a «cosa poter fare», l’unione perfetta tra territorio, tradizioni ed eventi.