Con dicembre per tanti arriva il momento della tredicesima, che quest’anno a causa del Covid però potrebbe rivelarsi più leggera dello scorso anno. Come spiega la Cgia di Mestre, dal 1° dicembre viene pagata ai pensionati (16 milioni di persone) per poi essere erogata nel corso del mese a lavoratori dipendenti pubblici e privati (18 milioni).
L’importo complessivo di queste 34 milioni di gratifiche natalizie ammonterà a 30 miliardi di euro, 3 miliardi in meno rispetto alla somma pagata nel 2019 a causa del Covid, prevalentemente a causa del calo dell’occupazione e della Cig, quindi anche la quota di tredicesima destinata ai consumi risulta in calo di circa il 12% con una riduzione di spesa per famiglia dell’11,1%, scesa da 1.501 euro del 2019 a 1.334 euro di quest’anno.
La regione che presenta il più alto numero di percettori della tredicesima mensilità è la Lombardia: quasi 6,2 mln persone. Seguono i 3 mln e 287 mila residenti nel Lazio, i 2 mln 956 mila domiciliati nel Veneto e i 2 mln 821 mila presenti in Emilia Romagna. Le realtà geografiche, dove, invece, il numero dei beneficiari della gratifica natalizia è più contenuto sono l’Umbria con 532 mila persone, la Basilicata con 290 mila, il Molise con 160 mila e la Valle d’Aosta con 77 mila.
“Il Covid, purtroppo, ha alleggerito le tredicesime di tanti dipendenti del settore privato. Dall’inizio dell’emergenza, infatti, almeno 6,6 milioni di lavoratori sono finiti in cassa integrazione e molti di questi a zero ore. Questa situazione – spiega il coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia Paolo Zabeo – non ha consentito a tante persone di maturare il rateo mensile che definisce economicamente la gratifica, alleggerendone quindi l’importo finale di circa 100 euro per ogni mese di indennità ricevuta. Con meno soldi a disposizione e tanta sfiducia che assilla le famiglie italiane, gli acquisti di Natale rischiano di subire una contrazione fino al 15%. Se l’anno scorso la spesa complessiva ha sfiorato i 10 miliardi di euro, quest’anno potrebbe scendere a 8,5-9 miliardi, una riduzione che rischia di penalizzare soprattutto le botteghe artigiane e i negozi di vicinato che faticano a reggere la concorrenza sempre più spietata del commercio on line”.