È scomparso ieri, a 82 anni, a Fontanellato in provincia di Parma, Franco Maria Ricci, amante dell’arte in tutte le sue forme: appassionato bibliofilo, editore ricercato, cultore della grafica e collezionista d’arte, nonché artista attraverso l’ideazione e la progettazione del suo Labirinto.
Per chi non avesse idea di che personaggio stiamo parlando, sarebbe sufficiente leggere quanto rilasciato oggi a “il Giornale” da due persone che lo hanno conosciuto molto da vicino: Camillo Longone e Vittorio Sgarbi, entrambi affranti per la sua perdita, perché “la morte è comunque sempre una cosa tragica, ma, la perdita di certe persone lo è molto di più “. Entrambi lo descrivono come un uomo aristocratico ed eclettico, di gusti sublimi.
Nato nel 1937, nella provincia colta ed elegante, da una famiglia nobile, fu subito affascinato dai lavori di Gian Battista Bodoni, (1740-1813), incisore, tipografo e stampatore, così nel 1963, ne pubblicò la ristampa anastatica del Manuale Tipografico.
Nel 1965 fondò la sua casa editrice, Franco Maria Ricci, iniziando con la stampa dell’Encyclopédie de Diderot et d’Alambert. Poi nel 1977 affidò a Jorge Luis Borges, del quale era grande amico ed estimatore, la collana “la Biblioteca di Babele”. Nel 1982 diede vita al suo capolavoro grafico ed estetico, la rivista FMR, pubblicata purtroppo solo fino al 2004.
Attorno alla sua casa editrice, ruotava un insieme di personaggi straordinari, tra i quali appunto J.L. Borges, che fu l’ispiratore della sua impresa più immaginifica, il Labirinto della Masone, a Fontanellato, in provincia di Parma, il più grande del mondo, per il quale aveva impiegato oltre 300.000 piante di Bamboo.