Quattro neonati morti, nove rimasti cerebrolesi e 96 in tutto infettati: solo dopo 2 anni e lunghi mesi di ricerche, indagini e sanificazioni si è finalmente venuto a scoprire che il terribile Citrobacter si nascondeva nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale. Questa è la sconcertante verità che emerge dalla relazione consegnata in Regione dal professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova e coordinatore della commissione di verifica nominata il 17 giugno dal direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan, per far luce sulla vicenda.
L’organo ispettivo, composto anche dai professori Elio Castagnola, primario degli Infettivi dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, Gian Maria Rossolini, docente di Microbiologia dell’Ateneo di Firenze, e Pierlugi Viale, ordinario di Malattie infettive a Bologna, dal direttore di Pediatria e Neonatologia dell’Usl Berica, Massimo Bellettato, e dai dirigenti di Azienda Zero Mario Saia ed Elena Narne, ha rilevato che il rubinetto del lavandino interno al reparto, sotto indagine anche della Procura di Verona, era «colonizzato» dal batterio killer e pure da altri.
Forse non sono state rispettate tutte le norme igieniche imposte al personale nel reparto, forse l’errore è stato ricorrere all’acqua del rubinetto invece che a quella sterile, adesso sarà la Procura e gli uomini del Nas ad individuare eventuali responsabilità.
I primi controlli da parte dei vertici dell’Azienda ospedaliero-universitaria erano partiti a gennaio, per poi interrompersi a causa dell’emergenza coronavirus. Il 12 giugno il direttore generale Francesco Cobello ha deciso di chiudere il Punto nascite, la Terapia intensiva neonatale e la Terapia intensiva pediatrica e ha nominato una commissione per la verifica delle procedure di riapertura dei reparti, che ha prodotto indicazioni tecniche e sopralluoghi.
Sono stati bonificati i filtri dell’aria, gli impianti di condizionamento e sanificazione, è stata effettuata l’iperclorazione della rete idrica, sono stati utilizzati due macchinari al biossido di cloro e i locali sono invece stati sanificati con il perossido di idrogeno.
Così finalmente oggi, 1 settembre, riapre il Punto nascite per i parti dalla 34esima settimana, cioè quelli non a rischio. Fra il 30 settembre e i primi giorni di ottobre riapriranno le Terapie intensive neonatale e pediatrica, con tutti i 36 posti letto originari e nuove tecnologie. I due reparti sono momentaneamente trasferiti al polo Confortini e in caso di bisogno si può contare sulle Pediatrie di Padova e Vicenza.