Claudio Feltrin, imprenditore trevigiano, titolare della Arper, è da pochi giorni presidente di FederlegnoArredo, settore che annovera circa 73mila aziende, per un totale di 300mila addetti e 35 miliardi di ricavi.
Il mondo del mobile, dell’arredo, rappresenta una delle famose tre “effe” inglesi, che contraddistinguono il Made in Italy, nel mondo, Furniture, Food and Fashion.
Feltrin ha annunciato da subito, che la sua presidenza sarà all’insegna del rafforzamento della filiera del legno e dell’arredo. Per quanto concerne l’anno in corso, si è detto moderatamente positivo, per il fatto che le filiere hanno tenuto e, soprattutto per un’imprevista attenzione all’arredo casa, dovuta probabilmente alla lunga permanenza forzata in casa, durante il lockdown.
Si teme comunque un rallentamento nel quarto trimestre e qualche mese di sofferenza.
In tutto il settore è in atto un grande sforzo di riorganizzazione, che Feltrin sintetizza in due parole, flessibilità e reattività, non facile da attuare anche in considerazione del fatto che il comparto è composto mediamente da piccole imprese, di quattro o cinque dipendenti e che grandi temi, come la sostenibilità, richiedono delle competenze che non possono essere improvvisate, facendo leva solo sulle risorse interne.
È un mondo che si sta riorganizzando anche nella distribuzione, nelle vendite, basti pensare all’e-commerce e a tutte le conseguenze in termini commerciali e organizzativi. E, proprio per questo che Feltrin auspica “una managerializzazione delle piccole medie imprese”, una diffusione della cultura d’impresa, che porti gli imprenditori a credere e reinvestire nelle proprie aziende, piuttosto che nel mattone, come è stato fatto in passato.
Anche nel mondo del mobile, come già in quello della moda, sta tornando una filosofia di sostenibilità, di qualità, di durata nel tempo, di riuso, che secondo Feltrin dovrebbe essere maggiormente valorizzata, perché solo così “sarà possibile convivere tranquillamente con realtà come Ikea, senza dover rincorrere la loro politica di prezzo”.
Il grande business del futuro potrebbe essere quello legato al cambiamento del modo di lavorare, dallo smart, al co-working, una discontinuità, uno scenario nuovo che dovrà tenere in grande considerazione l’ergonomia, gli isolamenti acustici e i divisori. L’importante è saper cogliere i cambiamenti e cercare di cavalcarli, ben equipaggiati.