Sono stati presentati ieri mattina, durante la conferenza stampa di CNA Veneto, gli aggiornamenti del Centro Studio Sintesi relativi al terzo Focus 2021 sull’impatto del Covid 19 sull’economia del territorio raffrontati con quelli delle principali regioni europee.
“Dobbiamo confrontarci con l’Europa e puntare tutta l’attenzione ai due asset che potranno rappresentare i cardini della ripresa economica del Veneto: transizione ecologica ed energetica, e turismo – afferma Alessandro Conte, Presidente CNA Veneto –. Per quanto riguarda la transizione ecologica la piccola e media impresa ha già iniziato il percorso con filiere che si muovono in questa direzione con l’adozione di strumenti quali il Superbonus che sta dimostrando tutte le sue potenzialità operative per quanto riguarda il comparto Casa, e l’istituzione delle Comunità Energetiche, incentivo importantissimo per diffondere la cultura green oltre che reale opportunità di risparmio. Il settore del turismo deve invece essere completamente ripensato. Abbiamo visto come la pandemia abbia provocato gravissime conseguenze su questo comparto e come la limitazione di movimento per il contenimento del Covid abbia costretto a rivedere completamente il concetto di turismo degli ultimi anni”.
Come ha inciso il Covid sul Pil 2020
Lo Studio evidenzia come anche per le regioni europee, la pandemia dal punto di vita economico sia stata devastante e senza precedenti, ma sottolinea come gli altri stati europei abbiano registrato la perdita contenuta di Pil. Tra il 2019 e il 2020 il PIL è diminuito ovunque: i Länder tedeschi sono stati gli unici che hanno registrato flessioni più contenute rispetto alle altre regioni europee (Renania Nord Westfalia -4,4%, Baviera -5,5%, Fiandre-11,1%, Baden-Wurttemberg -5,5%, Paesi Baschi -9,7%, Catalogna -13,5%, Comunità Valenciana -10,7%). Il raffronto con le tre regioni italiane oggetto dello Studio riporta le seguenti percentuali: il Veneto ha registrato un PIL in discesa del -8,9%, la Lombardia -9,4%, l’Emilia Romagna anch’essa il -9,0%.
I 10 indicatori dell’economia del Veneto
Il Covid ha già bruciato 51mila posti di lavoro con un taglio del 2,4%. Per l’export 5 miliardi in meno. Negli ultimi due trimestri 2020 ed in particolare nell’ultima parte dell’anno c’è stata comunque una discreta ripresa con un valore che si è assestato all’incirca al -8%.
- PIL: -8,9%. Per quanto riguarda il Veneto, le ultime proiezioni delineano un quadro economico in leggero miglioramento rispetto alle stime precedenti. Nello specifico, il PIL nel 2020 è diminuito dell’8,9% (stima precedente -9,4%). Per il 2021 si attende una ripresa del PIL del 5,3%, più robusta rispetto alle stime di gennaio, anche se insufficiente a riportarlo ai livelli pre-Covid (-4,1% rispetto al 2019).
- CONSUMI: -10,7%. Sulla base delle ultime proiezioni, nel 2020 i consumi delle famiglie in Veneto dovrebbero aver subìto una contrazione del 10,7%, dato che conferma sostanzialmente le stime precedenti (-10,5%). Nel 2021 i consumi dovrebbero crescere del 4,5%, posizionandosi tuttavia ad un livello ampiamente inferiore rispetto a quello del 2019 (-6,7%).
- INVESTIMENTI: La dinamica degli investimenti si dimostra particolarmente sensibile all’evoluzione della pandemia; infatti, le ultime stime per il 2020 indicano un calo degli investimenti a livello regionale del -10% (proiezione precedente: -9%). Nel 2021 si prevede una robusta inversione di tendenza di tale aggregato (+9,7%), che si riporterebbe a ridosso dei livelli pre-Covid.
- TOTALE IMPRESE ATTIVE: Rispetto al 2019 il numero di imprese attive risulta in flessione (-0,7%), a fronte di una leggera crescita a livello nazionale (+0,2%).
- IMPRESE ARTIGIANE: – 1,3%.
- NUOVE IMPRESE ISCRITTE: Rispetto al primo trimestre 2020 il numero di nuove imprese iscritte risulta essere superiore di 266 unità.
- IMPRESE CESSATE: il totale delle imprese cessate fa registrare una flessione di quasi 2.600 unità.
- OCCUPAZIONE: Non si ferma la flessione del numero di occupati nel Veneto: nel quarto trimestre 2020 si registra un calo di 17.006 unità. Complessivamente, nel corso del 2020 l’occupazione si è ridotta di oltre 51.500 unità (-2,4% rispetto al livello medio del 2019).
- CASSA INTEGRAZIONE: Tra il 2019 e il 2020 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione in Veneto è passato da 16,8 a 344,5 milioni, pari ad un incremento di quasi 328 milioni di ore. Dopo il picco del secondo trimestre 2020, il ricorso alla C.I.G. si è sensibilmente ridimensionato; in ogni caso, il dato del primo trimestre 2021 risulta essere superiore di oltre 50 milioni di ore rispetto allo stesso trimestre del 2020.
- EXPORT: Prosegue, anche nel quarto trimestre 2020, la ripresa dell’export (+1,5 miliardi di euro); tuttavia, nel 2020 le minori esportazioni per il Veneto ammontano a 5,3 miliardi (-8,2%). Le previsioni annuali sono confortanti: +13,9 per il 2021; +7,9 per il 2022.
Le prospettive per la ripresa
Per puntare alla ripresa, il CNA ritiene fondamentale investire sulla Transizione ecologica. La piccola e media impresa ha già iniziato il percorso con filiere che si muovono in questa direzione, basti pensare al Superbonus e all’istituzione delle Comunità Energetiche.
Nel programma Next Generation Eu (NGEU), il ministro Roberto Cingolani ha spiegato come sia centrale la connessione tra Ambiente, Energia e Sviluppo. Nel PNRR del governo italiano la missione 2 «Rivoluzione verde e Transizione ecologica» è la prima per dotazione finanziaria, circa 70 miliardi di euro. Ma si tratta di una trasformazione a tutto campo: un processo che investe molteplici aspetti delle attività umane, come la produzione di beni, l’erogazione di servizi, la mobilità, il modo di costruire abitazioni e città, con indubbi risvolti anche sul piano sociale.
Una possibile “griglia di partenza” è rappresentata dalla analisi di alcuni settori suddivisi tra quelli in prima fila vale a dire quelli che possono, da subito, cogliere le opportunità di transizione o che lo stanno già facendo. Tra questi: produzione e fornitura di energia elettrica; ciclo rifiuti; attività di costruzioni; impianti e finitura di edifici; informatica e gestione dei dati; collaudi e analisi tecniche; noleggio di auto e altri beni; cura del paesaggio; riparazioni PC e comunicazione, per un totale di 61.312 unità locali pari al 14,4 del totale regionale (di cui 95% sono microimprese), occupando 181.539 addetti (10,3 del totale regionale, di cui il 58,5% sono occupati in microimprese).
Tra i settori in seconda fila: agroalimentare, legno, carta, fabbricazione di veicoli e componenti, commercio e riparazione di veicoli, motori elettrici e accumulatori, apparecchi per illuminazione, fabbricazione di cablaggi, materiali da costruzione, pari a 19.346 unità locali (pari al 4,5% del totale regionale; l’85,5% sono microimprese; 143.487 addetti, pari al 8,2% del totale regionale; il 31% sono occupati in microimprese).
Turismo: tempi e caratteristiche del settore post-Covid
Per consolidare la ripresa dell’economia del Veneto bisogna poi ripartire dal Turismo. La filiera turistica è stata tra le più colpite dalla pandemia e il Covid ha dimostrato come sia necessaria una profonda analisi per rivedere la mentalità che ha sostenuto il turismo negli ultimi decenni. I dati del 2020 e le attese per il 2021 dimostrano che si dovrà puntare ad un tipo di turismo meno “spinto” ma egualmente di qualità; più a misura d’uomo e a “chilometro zero”, potenziando e valorizzando l’offerta di quei territori ricchi di natura, arte e storia e sui patrimoni delle città d’arte che rappresentano il plus ed un indiscusso prestigioso biglietto da visita del Veneto in tutto il mondo, e prima di tutto per l’Italia.
Quindi si può intravedere un qualche spiraglio positivo: se si considera l’andamento disastroso e senza precedenti di quest’anno segnato dalla pandemia, i turisti italiani hanno comunque dato il loro contributo. Nel 2020 il turismo è stato soprattutto interno (italiani hanno superato gli stranieri) e sempre più concentrato nella stagione estiva (75%), anche in ragione del migliore andamento della curva epidemiologica.
Le prospettive di ripresa restano comunque caute: in Europa i numeri del turismo dovrebbero migliorare a partire dalla seconda metà del 2021, anche se i livelli pre-Covid si raggiungeranno con tutta probabilità non prima del 2023. L’organizzazione mondiale del turismo (UNTWO) prevede una ripresa tra luglio e settembre 2021, a patto che vi sia una significativa revoca delle restrizioni ai viaggi, il successo dei programmi di vaccinazione e l’introduzione di protocolli armonizzati tra i vari paesi.
(In copertina Alberto Cestari, ricercatore Centro Studi Sintesi, Alessandro Conte, Presidente CNA Veneto, Matteo Ribon, Segretario CNA Veneto)