Ennesimo colpo di scena per la vicenda Autostrade: Florentino Perez, miliardario spagnolo, presidente del Real Madrid, oltreché patron del gruppo di costruzioni Acs, che già nei giorni scorsi aveva manifestato il suo interesse per Autostrade, ha sparigliato le carte facendo pervenire ad Atlantia un’offerta di 10 miliardi, ossia quasi un miliardo in più di quanto già proposto dalla cordata Cassa Depositi e Prestiti e dai fondi Blackstone e Macquarie.
Florentino Perez, socio storico dei Benetton in Atlantia, ritiene infatti che il gestore di oltre 3000 chilometri di autostrade valga più di quanto offerto dalla cordata di CDP, come ha voluto sottolineare nella missiva inviata al Board di Atlantia, “data la stretta relazione tra i nostri gruppi in seguito all’acquisizione congiunta di Abertis, Acs ha seguito la situazione Aspi e riteniamo che sia un asset molto interessante, che si adatta perfettamente alla nostra strategia a lungo termine di creare un grande polo infrastrutturale europeo”.
Pare comunque che allo stato attuale si tratti semplicemente di “una pre-manifestazione di interesse” e quindi non di un’offerta vincolante e che non sia ancora stata fatta alcuna due-diligence sul gestore. Certo Atlantia non potrà esimersi dal valutarla. E questo rilancio finirà col creare un’ulteriore spaccatura tra i soci del gruppo, già poco allineati da tempo.
Il portavoce-gestore di Tci, Chris Hohn, ha già fatto sapere, “di aspettarsi che il consiglio di amministrazione di Atlantia agisca nel miglior interesse di tutti gli azionisti e si impegni in modo indipendente e professionale per esplorare l’offerta”, facendo comunque capire di ravvisare il rischio di interferenze da parte del governo italiano, che come è noto amerebbe gestire i 3000 chilometri di tratte attraverso Cassa Depositi e Prestiti.
Ora pertanto la proposta spagnola riapre i giochi, proprio quando sembravano essere definitivamente fatti e finiti: lo scorso 25 marzo infatti, in seguito alla manifestata volontà dei Benetton di chiudere una partita che si era già trascinata per troppo tempo, Cdp attraverso una proposta vincolante, era tornata ad offrire ad Atlantia 9,1 miliardi per il 100% di Autostrade e, per la prima volta, seppur con contrasti tra i soci, aveva riscontrato una sostanziale apertura.
A complicare tutto il quadro adesso si aggiungerà anche la lente della Commissione Ue sul cambio del gestore, con il rischio di una procedure di infrazione.