Carlo Celadon, che oggi ha 51 anni, fu rapito nella casa di famiglia di Arzignano, la sera del 25 gennaio 1988, da una banda di giostrai della zona, che lo trasferì poi subito in Calabria. Passò alla storia per essere stato la vittima del più lungo sequestro del nostro Paese: “Ottocento giorni”, come recita il titolo del film, liberamente tratto dalla sua vicenda.
In questi giorni sono cominciate le riprese, tra Marano, Thiene e alcune zone dell’Aspromonte. Il regista è il giornalista vicentino Dennis Dellai, conosciuto per avere già girato un lungometraggio di successo anni fa, “Oscar”, che gli valse vari riconoscimenti e la proiezione al “Film fashion and art fest” di Los Angeles.
“Ottocento giorni”, riporterà alla memoria, il dramma di quel ragazzo appena ventenne, che fu tenuto prigioniero tra grotte e ovili, in condizioni disumane. Non si sa ancora chi interpreterà il ruolo del protagonista, ma si sa che, tra i consulenti chiamati dal regista, c’è qualche investigatore, che all’epoca lavorò al caso.
Dellai si è detto stupito del fatto che, in tutti questi anni, nessuno abbia mai pensato di girare un film su una vicenda così tragica e complessa.
Il suo film avrà il sostegno della Vicenza Film Commission e di un gruppo di imprenditori, coinvolti da Pietro Sottoriva, presidente del raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria.
“Un progetto a basso budget, che cerca di svelare le distorsioni dell’Italia di allora e il desiderio di sopravvivenza di un ragazzo”, racconta Dellai, che conta di riuscire ad essere nelle sale entro la fine dell’anno prossimo.