Oggi ricordiamo il disastro del Vajont, verificatosi nella notte del 9 ottobre di 57 anni fa, quando, dal bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont, a causa di una frana partita dal Monte Toc, l’acqua tracimò dalla diga appena costruita, inondando e distruggendo tutto l’abitato del fondovalle. Un disastro ambientale e umano spaventoso, che costò la vita di quasi 2000 persone.
Domani, a Longarone, alle 10, nella sede del Centro Culturale, si terrà un convegno intitolato, “La gestione delle emergenze. Testimonianze dal Vajont al Coronavirus. La prevenzione e la ricerca”.
Il senso di questo incontro lo spiega il Sindaco di Longarone, Roberto Padrin: “Abbiamo voluto questo appuntamento per far incontrare le similitudini sociali tra la nostra tragica storia del Vajont e l’impatto del Covid-19 sulla comunità”.
Avrebbe dovuto presenziare e omaggiare le vittime del disastro, il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, prima autorità dell’Unione Europea, in veste ufficiale alla commemorazione, ma purtroppo, da ieri è in quarantena per il virus e, pur stando bene e non avendo alcun sintomo, deve rispettare il protocollo sanitario”.
Il programma rimane comunque invariato con diverse messe la mattina, a Podenzoi, Pirago, Codissago e Longarone e commemorazione civile, alle 15 con il Sindaco e Presidente della Provincia, Roberto Padrin, il Ministro Federico D’Incà e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, al cimitero monumentale de Fortogna.