Ecco che dopo il danno arriva la beffa per le tante persone che con il nuovo Dpcm si sono trovati costretti a ridurre il lavoro della propria attività. Da pochi giorni è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto cosiddetto “ristori”, contenente ulteriori misure per sostenere i settori produttivi colpiti dall’emergenza covid.
“Francamente? Siamo molto preoccupati!”, ad affermarlo Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che spiega: “Il primo brivido lo abbiamo avuto alla lettura dell’allegato 1 con il ritorno dei codici ATECO. Un sistema che abbiamo criticato pesantemente la scorsa primavera perché in diversi casi dà luogo a discriminazioni tra situazioni molto simili: tra gli esclusi dai contributi erogati dal governo, per un ammontare complessivo di 5,4 miliardi, troviamo ad esempio tutte le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione: pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie, piadinerie, non sono ammesse ai contributi nonostante stiano accusando da tempo vistosi cali di fatturato”.
“Ci sono poi molti settori che subiranno un effetto “collaterale” dalle chiusure serali, quelle imprese che, nel mondo HORECA, avevano una gran fetta del loro mercato e rischiano di dimezzare i fatturati. Si tratta della filiera della produzione alimentare artigiana, dai panifici ai pastifici, i caseifici, salumifici, birrifici e produttori di bevande, le aziende conserviere e della trasformazione dei prodotti orticoli. Ma non solo. Anche aziende del trasporto merci, lavanderie e delle pulizie a cui vanno aggiunte tutte le imprese legate alle cerimonie come fotografi, sarti etc. Un mondo di circa 12mila aziende artigiane solo in regione ed i loro 35mila addetti. La seconda delusione – prosegue Bonomo- arriva scorrendo le tabelle con l’elenco delle attività produttive che hanno diritto agli aiuti previsti dal decreto “ristori”.
“Non capiamo perché tassisti e Ncc siano gli unici a cui viene erogata la stessa cifra della volta precedente a fronte di chiusure effettive di tutto il comparto a causa della mancanza di richiesta di mobilità, che comportano perdite di milioni di fatturato, l’unica casella con su scritto “100%” a fronte delle gelaterie che ottengono il 150%, dei ristoratori che arrivano al 200% e soprattutto delle discoteche e night club che arrivano al 400%. In totale nell’’artigianato veneto avranno diritto ad un aiuto 2mila700 imprese che occupano quasi 8.500 addetti“, sottolinea Bonomo.
E ci viene da chiederci: e per gli altri?