La questione non è tanto il fatto che Amazon abbia annunciato l’apertura di tre nuovi depositi di smistamento, quanto il fatto che per il colosso dell’e-commerce pare non valgano le regole che un qualsiasi altro negozio è invece tenuto a rispettare, tra le quali il rispetto di norme urbanistiche rigorose.
Questo è il problema che è stato sollevato dal direttore di Confesercenti Veneto, Maurizio Franceschi, all’indomani dell’annuncio delle nuove aperture in programma nella nostra regione. Si verrebbe quindi a costruire una rete così composta: grandi hub automatizzati, come quello in via di progettazione sulla A4 al casello di Meolo-Roncade, nel Trevigiano, o a Rovigo tra Castelguglielmino e San Bellino, i poli di distribuzione (Vigonza-Padova e Verona) e i poli di smistamento (gli ultimi previsti sono a Vicenza, Treviso e Riese Pio X).
Secondo Franceschi queste strutture sono da considerarsi alla stregua di insediamenti della grande distribuzione organizzata: “Intendiamoci, nessuno vuole ingaggiare una battaglia contro i mulini a vento – dice al Corriere -: l’ecommerce è una dinamica da cui non si tornerà più indietro e rispetto a cui urgono adeguamenti anche da parte del commercio tradizionale, ma se dev’essere competizione leale, allora avvenga fin dagli step autorizzativi”.
Ma non tutti la pensano allo stesso modo, e c’è anche chi suggerisce piuttosto di intervenire con norme che impongano standard energetici orientati alla sostenibilità e altri che parlanoo di edilizia a impatto zero. Sulla questione si è espresso anche
l’assessore regionale alla pianificazione territoriale, Cristiano Corazzari: “I magazzini di Amazon non sono supermercati, una disciplina specifica per la logistica è un tema che va assunto sul piano politico. Detto questo il tema proposto sarà sicuramente sempre più attuale e fonte di discussioni”.
L’e-commerce è un settore che in questo anno di pandemia è letteralmente esploso, ma per evitare ch ediventi presto una giungla normativa, nella quale ognuno può fare quello che vuole, il legislatore (e quindi la politica) deve prendere iniziative forti, anche se non sempre condivise.