I nuovi scenari definiti dalla pandemia hanno costretto le Pmi a dotarsi di strumenti più evoluti e diversi dalle tradizionali garanzie sul credito e tutto ciò sta spingendo anche i Consorzi di garanzia collettiva a riflettere sull’opportunità di unire le forze per aumentare la gamma e i tipi di servizi offerti.
Questa iniziativa ha preso avvio proprio in Veneto dove hanno sede: Neafidi, Consorzio Veneto Garanzie, Fidi Nordest, Cofidi Veneziano, Sviluppo Artigiano.
“Stiamo parlando con tutti gli attori che agiscono sul nostro territorio – dice Mario Borin, presidente di Sviluppo Artigiano – per verificare se ci sono le condizioni per procedere sulla strada di un’aggregazione. Noi siamo convinti che il tema della riorganizzazione sia strategico in un momento come questo”.
Borin sostiene che “se si rafforzano i Confidi, potenziando le strutture e aumentano le dimensioni, ci guadagnano anche le imprese che hanno bisogno di agevolazioni per accedere al credito. Ricordiamoci che per i nostri territori parliamo per la gran parte di imprese piccole o addirittura micro“.
Nonostante gli interventi pubblici che hanno cercato di dare liquidità alle imprese, l’incertezza rimane e anche l’attività dei Confidi ne subisce le conseguenze: “Le imprese sono in tensione e sono inoltre intervenute molte moratorie sui fidi, decise dal governo e posticipate ormai fino al 30 giugno 2021. Quindi anche il nostro intervento di prestatori di garanzie è slittato in avanti“, dice Borin.
Il prossimo anno molti sperano sia quello della svolta, forse come si augurano alcuni si potrebbe arrivare ad un grande Condifi veneto – pare che anche la Vigilanza abbia dato segnali positivi in questo senso -, che potrebbe essere importante per il rilancio dei nostri territori.