“Dopo un nemico visibile, Vaia, che ha provocato ferite profonde ed evidenti alla nostra montagna, oggi stiamo combattendo contro un nemico invisibile, più subdolo come il Covid. La voglia di farcela e ricostruire resta intatta, anche se siamo tutti più stanchi e provati. Come imprenditori bellunesi, continueremo a fare la nostra parte con responsabilità nei confronti del nostro territorio, ma per farlo servono strumenti nuovi ed efficaci, massima semplificazione e coinvolgimento nei processi decisionali. Alle istituzioni ricordo che qualsiasi ricostruzione parte sempre dall’impresa”, a dirlo Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, che chiede ristori immediati e uno stop alla concorrenza sleale di Trento e Bolzano che danneggia la vicina Belluno.
«Nemmeno il Covid ha fermato la ricostruzione post-Vaia come dimostrano i tanti cantieri attivi in ogni angolo della provincia – dice Berton -. Tanto è stato fatto e molto resta da fare, ma ci siamo dati un passo cadenzato. La marcia è quella giusta e le imprese hanno fatto i salti mortali per procedere spedite. Altrettanto si faccia nell’affrontare il Covid e le sfide che abbiamo davanti, ancora più difficili e cruciali. I ristori, previsti nei nuovi provvedimenti a favore delle attività in semi-lockdown, devono essere immediati, reali e misurabili. Ristoranti, bar, piscine, palestre e tutte le imprese interessate non possono rimanere indietro. Allo stesso tempo, è inaccettabile che in Trentino-Alto Adige, dove la situazione sanitaria è peggiore della nostra, le stesse attività possano tenere aperto, creando un ulteriore svantaggio competitivo per le nostre realtà, per non dire una vera e propria concorrenza sleale, anche in vista di una stagione invernale caratterizzata dall’incertezza. Le regole, soprattutto in un momento come questo, devono valere per tutti altrimenti si creano ulteriori tensioni sociali e nuove diseguaglianza territoriali, a svantaggio degli impianti di risalita e delle altre imprese di un settore, quello turistico, già duramente colpito dalla crisi sanitaria”.
Ma le cose potrebbero cambiare dato che l’Alto Adige, dopo un lungo confronto con Roma, fa marcia indietro, e da sabato 31 ottobre, infatti, in provincia di Bolzano bar, ristoranti ed anche negozi chiuderanno alle 18 ed il coprifuoco sarà anticipato alle 22. Una decisione che fa vacillare ancora di più l’ordinanza trentina, rendendo il Trentino l’unico territorio italiano con regole meno restrittive rispetto al Dpcm.