Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, ieri nella conferenza di fine anno, ha colto l’occasione per presentare anche l’indagine di Fondazione Nordest, basata su un campione di 600 imprese del Triveneto, con almeno 10 dipendenti. Dalla ricognizione della Fondazione emerge essenzialmente che il 2020, comunque lo si osservi, al di là di rare eccezioni, come i settori alimentare, farmaceutico e della logistica, è un anno da rimuovere dalla nostra memoria.
Per quanto concerne il 2021, non potrà essere ancora quello della svolta e della ripresa, sarà piuttosto un periodo di “convalescenza”, durante il quale si cercherà di lavorare per rientrare “nell’alveo della normalità pre-covid”. Oltre il 90% degli intervistati si dice preoccupato per quanto potrà succedere alla fine di marzo, allo scadere del blocco dei licenziamenti, che porterà inevitabilmente ad una forte contrazione dell’occupazione.
Un pesante calo dei consumi è il pronostico dell’88% di chi ha risposto ai questionari; il 55% invece vede già tutti gli indizi di un grande ripiegamento degli investimenti. Due terzi degli imprenditori non condividono né le politiche del governo né quelle dell’Unione Europea, perché giudicate non all’altezza della situazione.
Carraro, parlando dei 25 miliardi del Recovery Fund destinati al Veneto, ha voluto sottolineare che la nostra Regione non ha bisogno di una nuova agenzia per coordinare le politiche per l’economia veneta, perché quelle che ci sono lavorano già bene, a meno che, “l’eventuale nuovo soggetto, diventi lo strumento con cui realizzare la politica industriale del futuro”.
La parola-chiave, per ridisegnare i prossimi anni, secondo il presidente veneto, sarà “semplificazione”. Bisognerà tornare attrattivi sia per gli investimenti italiani, che per quelli esteri, rafforzando le filiere, in maniera tale da creare le condizioni per far crescere anche le piccole imprese. Carraro ha parlato anche di “reindustrializzazione” di un territorio, che uscirà da questa crisi profondamente cambiato.
“Ci sono settori che stanno soffrendo più di altri, come la moda o il turismo e, che neanche nel 2022 vedranno ricostituiti i flussi pre-pandemia e, anche per questo occorre un ripensamento dei modelli attuali e l’introduzione di driver di sviluppo, tra economia circolare e green economy”, ha sottolineato Carraro, che si è detto turbato degli attacchi nei confronti del presidente Luca Zaia, anche perché in questo momento più che mai, la politica ha bisogno di “calma e lucidità, abbiamo bisogno di ragionare insieme”. Il Veneto produttivo non ama assistere alle beghe perditempo dei palazzi del potere romano.