Proprio mentre si mettono a punto i dettagli della nuova manovra da 38 miliardi, torna a parlare della questione, sulle pagine del Corriere il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro: “Non c’è una visione di politica industriale e di ripartenza del Paese. Ci vuole progettualità. Questo incidente poteva davvero essere l’occasione per ripartire”, ma così non pare e Carraro elenca una serie di misure, come i bonus monopattini e biciclette, che che ritiene poco utili, mentre le iniziative da mettere in campo per imprese e lavoro sono altre.
Anche per quanto riguarda il lavoro il numero uno di Confindustria Veneto si mostra contrario al blocco dei licenziamenti: “Serviva flessibilità, alcune aziende andavano bene e avrebbero potuto riassumere. Ma soprattutto serve anticipare nuove professionalità“. Carraro si riferisce alla formazione per preparare a nuovi lavori e settori, cosa che non è possibile fare durante la cassa integrazione.
“C’era ottimismo. Il settore dell’elettrodomestico, del legno arredo e della meccanica stavano andando bene, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni. Adesso gli ordini continuano ad arrivare, ma è più difficile e ci sarà una ricaduta sui consumi interni”, dice Carraro riferendosi all’altalenante situazione pandemica, ma sottolinea la necessità di farsi trovare pronti per la ripartenza attesa il prossimo anno.
Sul rapporto, non sempre facile con i sindacati, in riferimento al confronto tra Bonomi e Landini dice: “Il lavoro deve essere centrale, così lo diventano anche le imprese. Abbiamo un governo che non ha premiato le aziende, mi riferisco al reddito di cittadinanza, che è stato una politica di sussidio”. E sul fondo da 500 milioni per le politiche attive del lavoro dice: “È una mancetta”.
Resta ancora molto da fare, ma speriamo che anche il governo capisca che se dovessero chiudere imprese e industrie andrebbe a picco anche il Paese e che non servono sussidi a pioggia, ma politiche attive per rilanciare lavoro ed economia.