Il presidente di Confindustria Veneto, torna a parlare, dalla colonne del Corriere, di alcune delle questioni più urgenti che il nuovo Governo dovrà affrontare, quella dello sblocco dei licenziamenti e quella delle risorse in arrivo dall’Europa. Enrico Carraro meno di un mese fa, in piena crisi di governo, aveva fatto un appello all’unità, per far sì che il Recovery plan non fosse “l’elenco della spesa”.
“Il presidente Mario Draghi non ha bisogno dei miei consigli, conosce molto bene il mondo delle imprese, tanto che la squadra include, tra gli altri, un profilo di grande profondità come quello di Vittorio Colao. Questo governo sembra aver chiaro come l’interesse delle imprese coincida con l’interesse del Paese. Non è stato sempre così”. commenta Carraro.
Draghi durante le consultazioni si era preso anche del tempo per sentire imprese e parti sociali, cosa che secondo il presidente di Confindustria Veneto “denota un senso pratico del quale adesso abbiamo molto bisogno vista l’urgenza e l’emergenza del lavoro. Le decisioni vanno prese in tempi molto stretti”.
Infatti è già partito il confronto del neo-ministro del lavoro Orlando con i sindacati sulla fine del blocco dei licenziamenti, in vista dell’incontro con le imprese martedì. “Il blocco è servito fin qui a evitare il collasso di famiglie, comunità, territori, ma non si può pensare di mantenerlo ancora a lungo senza peraltro ripensare le politiche attive del lavoro – dice Carraro -. Lo “sblocco”, se così possiamo chiamarlo, deve necessariamente essere selettivo. Ci sono settori industriali, almeno qui in Veneto, che hanno ripreso a produrre a buoni ritmi e a esportare l’anno scorso e che prevedono già un 2021 positivo”.
La paura del numero uno di Confindustria Veneto è che si rischi di allargare disoccupazione e ‘mismatch’ (incontro domanda-offerta di lavoro) “se non si parte subito con un piano straordinario per la formazione, la ricollocazione delle persone, la riforma degli ammortizzatori. Lo chiedo da tanto tempo. Ricordo che durante la cassa integrazione, la formazione non si può fare. E il mismatch si sta allagando”.