In un periodo come quello presente, in cui le tendenze possono subire variazioni repentine per cause non strutturali, le rilevazioni congiunturali vanno lette con un occhio particolarmente attento. Così le considerazioni degli Industriali in riferimento ai dati sul reparto metalmeccanico vengono fatte anche in base al sentiment che si respira in questo ultimo scorcio d’anno: “I dati sono negativi, ovviamente, a livello provinciale come a livello nazionale – spiega Laura Dalla Vecchia, presidente della Sezione Meccanica Metallurgica ed Elettronica di Confindustria Vicenza -, però, in questi ultimi difficili mesi, in qualche caso si sta intravedendo qualche timido segnale di recupero”.
I dati della congiunturale, rilevati da Confindustria Vicenza per il terzo trimestre 2020, vedono una produzione che fa segnare un -11,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il fatturato in Italia vede un dato solo leggermente negativo, -0,4%, mentre è addirittura in crescita quello verso i mercati dell’Unione Europea, +2,4%. Crollano, invece, i mercati extra UE: -7,5%.
Situazione simile anche per Assindustria, dove la ripresa delle attività dopo il lockdown ha riacceso il motore manifatturiero di Padova e Treviso legato alla appunto alla meccanica. Il rimbalzo nei mesi estivi è continuato, a dimostrazione della vitalità delle imprese, ma la distanza dai livelli pre-Covid è ancora ampia. La crescita dei contagi dopo l’estate ha raffreddato la mini-ripresa, alimentando un clima di incertezza che impatta sulla fiducia delle imprese.
Nel terzo trimestre 2020 il ritorno alla crescita della produzione metalmeccanica è stato sostenuto. Nel confronto su base annua, la contrazione dell’attività si è ridotta al -0,6% (dal -16,3% nel secondo trimestre). Il rimbalzo tuttavia non cambia il segno negativo del 2020: nella media dei primi nove mesi la contrazione è del -8,1% (-8,9% nel totale dei settori), diffusa a tutti i comparti e più marcata per autoveicoli e mezzi di trasporto. Gli scambi con l’estero hanno ripreso ad aumentare, pur rimanendo in terreno negativo rispetto allo stesso periodo del 2019 (-5,4% dopo il -11,3 nel secondo trimestre). Recupero visibile anche nei dati sulla domanda interna (-1,8% dal -26% nel secondo trimestre), ma la contrazione nei primi nove mesi resta ampia (-13,6%). Tiene nel complesso l’occupazione metalmeccanica (+0,2% nel terzo trimestre, -1,2% in gennaio-settembre), grazie all’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali.
“In questo contesto – afferma Dalla Vecchia -, ci sono dei segnali positivi nei comparti legati al mondo della casa e dell’elettrodomestico, che sono spinti dalle prospettive del superbonus 110%, e dei beni strumentali vista l’attenzione e gli incentivi, che speriamo vengano rinnovati, su Industria 4.0, un vero volano per la produttività delle nostre imprese, da un lato, e ovviamente per le imprese costruttrici di macchine utensili, dall’altro”.
“Investire in produzione dà sempre un ritorno – continua la presidente dei Meccanici -, gli effetti del primo piano nazionale Industria 4.0 hanno ormai 4 anni e siamo quindi già in grado di misurarne l’efficacia, basti guardare la quantità di investimenti privati fatti in ottica di un miglioramento della produttività. Lo spirito che ha mosso quel piano, di concerto con le realtà produttive e il sistema Paese, deve essere il medesimo che ci possa portare a lavorare insieme, anche con i sindacati, affinché il blocco causato dal Covid-19 non comporti anche un blocco degli investimenti. Il colpo l’abbiamo subito e, purtroppo, continueremo a subirlo per ancora un bel po’, ma per mantenere le posizioni che ci siamo conquistati sui mercati dopo la crisi e, quindi, per tentare di reggere dal punto di vista occupazionale, serve che imprese, lavoratori e Istituzioni procedano uniti”.
In questo senso si inserisce la trattativa tra Federmeccanica e sindacati confederali sul rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica: “Siamo ancora dentro una crisi senza precedenti – commenta Stefano Franchi, Direttore Generale di Federmeccanica -. Nonostante questo contesto, abbiamo voluto mandare un messaggio di fiducia, facendo una proposta di un nuovo contratto ‘per’ il Lavoro. Una proposta organica, che punta sulla qualità e sul miglioramento delle condizioni dei lavoratori, facendo tanti passi in avanti su tutti i temi del contratto del 2016 e non solo”.
“Ad ogni modo – chiude Dalla Vecchia -, anche se avremmo molti motivi per voler rimandare la firma a tempi migliori, ribadiamo la volontà di arrivare ad un accordo e di firmare il contratto, tornando quindi al tavolo delle trattative ed evitando scontri o scioperi che in questo momento sono davvero difficili da sostenere. Questo periodo ha evidenziato sempre più come siamo tutti sulla stessa barca e il dialogo non può che essere l’unica soluzione”.