La 149° indagine congiunturale di Confindustria Vicenza conferma, nel periodo luglio-settembre 2020, una ripresa dell’attività delle imprese manifatturiere vicentine rispetto alle profonde flessioni del primo semestre dell’anno. La produzione risulta ancora in calo rispetto al 2019 con il -7,9%, ma la riduzione è decisamente più contenuta rispetto al 2° trimestre.
Per quando riguarda il mercato interno il fatturato è risultato in calo del 4,1%, flessione meno profonda rispetto al -24% di fine giugno. Il risultato positivo più significativo è stato registrato dalle esportazioni verso i paesi europei, con un fatturato che è aumentato del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019. L’export EXTRA UE ha invece segnato una riduzione del 4,8%. A fronte del 57% delle aziende che dichiara cali della produzione, il 23% evidenzia aumenti produttivi, determinando un saldo di opinione pari a -34 (-67 nel precedente trimestre; -1 nel 3° trimestre dello scorso anno). Il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente rappresenta il 51% del totale.
Un leggero miglioramento è confermato anche dalla situazione degli ordini. La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 19%, aumenta per il 22% mentre cala per il 59% delle aziende (saldo pari a -37), ma il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi solo nel 19% dei casi.
Rispetto al 1° semestre 2020 diminuisce la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (16%), ed è in flessione anche la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (27%).
Nel periodo luglio-settembre 2020 l’occupazione segna un calo del numero di addetti pari al -0,5%. Il 66% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 15% l’ha aumentato, mentre il 19% ha ridotto la propria forza lavoro. Ancora molto diffuso è risultato il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni.
A livello nazionale la produzione industriale italiana registra il primo stop in settembre (-3,2% su agosto), dopo quattro mesi di crescita robusta. Nel terzo trimestre si rileva complessivamente un rimbalzo del 29,5% rispetto al secondo. Nel confronto con il terzo trimestre del 2019 la variazione nei mesi estivi si attesta ancora in territorio negativo (-5,8%).
L’incremento nei mesi estivi è spiegato principalmente dal sostegno della domanda interna, a fronte di una domanda
estera che procede in maniera incerta. La fiducia degli imprenditori manifatturieri mostra qualche segnale positivo ma il
peggioramento della crisi sanitaria (soprattutto all’estero) e i crescenti timori sulle prospettive di una soluzione in tempi brevi
accentuano i rischi sul proseguimento della ripresa nei prossimi mesi.