Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ospite dell’evento “Futura 2020, tre giorni pensando al domani”, promossa dal sindacato, al teatro Brancaccio di Roma,
si è confrontato in un faccia a faccia, con Maurizio Landini, leader di Cgil, tracciando la via per un dialogo, su contratti, lavoro, investimenti e crisi economica da coronavirus.
Nonostante Bonomi non abbia risparmiato aspre critiche al governo per le politiche messe in campo per fronteggiare la crisi pandemica, ha voluto subito aprire al sindacato, offrendo di mettersi tutti attorno a un tavolo, per trovare delle soluzioni per il Paese, un patto per l’Italia.
Landini ha subito ribattuto che “più che patti, in questa fase, ci vogliono contratti, perché oggi è il momento di investire sul lavoro e, il rinnovo dei contratti sia nel pubblico che nel privato, sarà molto importante”.
La Cgil lamenta da tempo che, in Italia, a fronte di livelli salariali troppo bassi, ci siano i livelli di orari più alti. Gli industriali invece sostengono che la questione debba essere posta in un altro modo, ossia nel rapporto tra salari e produttività. E, l’indicatore della produttività, non risulterebbe omogeneo tra il nord e il sud del Paese.
Bonomi a tal proposito, ha citato l’esempio della Germania, dove lo stesso problema si pone tra l’Est e l’Ovest e, dove la contrattazione tedesca, in base alla diversa produttività territoriale, modula la remunerazione del lavoro.
Entrambi d’accordo sul possibile ruolo di mediazione da parte del governo, a patto che quest’ultimo sappia mantenersi super partes, perché come ha voluto sottolineare il presidente di Confindustria, troppo spesso “ ha messo la maglia di una delle due squadre in campo e questo non è corretto”.
Un altro tema scottante discusso con Landini è stato quello del credito d’imposta per la ricerca e lo sviluppo, evidentemente “dimenticato dal governo, perché uno stato che non stimola la ricerca e lo sviluppo, sarebbe un fallimento, perciò mi auguro che sia solo una dimenticanza”
Nei giorni scorsi, Bonomi si era già appellato più volte al governo per diverse questioni, tra le quali la cassa integrazione covid “da rendere non onerosa per le imprese”; il Recovery Fund, “occasione storica”, che “sembra scomparso dai radar” del dibattito politico e sul quale l’Italia si gioca il futuro; i ristori, considerati una misura pro-tempore, ma non certo la soluzione del problema, che invece Bonomi vedrebbe più sul fronte di interventi fiscali.