Il capodelegazione del Pd, Dario Franceschini, spiega l’impegno che Conte si trova davanti: “Un governo è forte se può contare su almeno 170 senatori. Ora quindi dobbiamo lavorare per rafforzarlo” e per farlo serve “una missione, un disegno politico”; per questo “abbiamo offerto di allargare la maggioranza a tutti i moderati che stanno con grande disagio in una alleanza a guida Salvini e Meloni, per sostenere una linea europeista e approvare una legge proporzionale che liberi il Paese da alleanze forzate. Per Forza Italia è una occasione”. E già ieri due senatori, Rossi e Causin, si sono staccati dal gruppo azzurro per dire sì a Conte. Se l’allargamento debba interessare anche Iv è tema aperto.
Durissime le parole del Centrodestra: “Il Paese non può restare ostaggio di un governo incapace, arrogante e raccogliticcio. Si tratta di una minoranza di governo che continua la sfacciata e scandalosa compravendita di parlamentari e che non si fa scrupoli a imbarcare chi, eletto col centrodestra, ha tradito l’impegno preso con gli elettori. Il centrodestra intende rappresentare al Presidente della Repubblica il proprio punto di vista sulla situazione che è ormai insostenibile. Nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze, nonostante una pretesa autosufficienza che non esiste, il centrodestra non intende privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti necessari in un momento così drammatico: per questa ragione, come annunciato, voterà compatto lo scostamento di bilancio”. Che è passato con voto unanime del Parlamento.
Adesso il prossimo appuntamento sarà il 27 gennaio, con Camera e Senato che voteranno la relazione sullo stato della Giustizia del ministro Alfonso Bonafede. “Voteremo contro”, ha annunciato Matteo Renzi. Tra sette giorni i numeri per la maggioranza a Palazzo Madama saranno esigui e i voti di Italia Viva potrebbero di fatto mandare sotto il governo. E anche il Centrodestra non vede l’ora della resa dei conti.
L.M.