All’inizio della settimana, nella sede del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella a Villa Brenzoni Bassani, si è tenuto un incontro tra Consorzio, aziende e associazioni di categoria, per una valutazione sui valori delle uve in vista della vendemmia. Al centro dati sul trend degli ettari rivendicati, delle produzioni di uva, degli imbottigliamenti e delle giacenze e i prezzi camerali delle uve Valpolicella degli ultimi anni.
“Oggi, più che mai, il confronto sulle dinamiche produttive e di mercato è fondamentale – spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella –. Con le aziende e le associazioni di filiera dobbiamo spingere sempre di più, sulla qualità e sul posizionamento, per vincere la guerra contro le speculazioni, a partire dai valori delle uve. Solo così potremo sostenere il sistema Valpolicella e il made in Italy enologico”.
Il Consorzio punta a vedere riconosciuto il prodotto di eccellenza, come l’Amarone docg, e proporre prodotti diversi in grado di coprire molti segmenti di mercato. La Valpolicella crea un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro, di cui, oltre la metà, derivante dal Grande Rosso veronese, richiesto dall’estero, per il 67%. Tra i paesi target dell’esport: USA (14%), Svizzera (12%), Danimarca (7%), Norvegia e Paesi Bassi (6%). Quanto a Cina e Giappone – secondo l’indagine 2020 dell’Osservatorio Vini Valpolicella, a cura di Wine Monitor sull’export dei vini Valpolicella – contribuiscono, congiuntamente per il 3%, sebbene il valore dell’export in tali due paesi sia cresciuto nell’ultimo quinquennio.