Il premier Conte nelle ultime ore ha messo nel mirino sia quota 100, annunciando che non verrà rinnovata, che il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, che ad un anno e mezzo dalla sua entrata in vigore mostra ormai i suoi limiti. E adesso anche Conte è costretto ad ammettere che “rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità” che quindi deve essere modificata.
Il presidente del Consiglio spinge per la creazione di un sistema unico informatico che aiuti i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare personale. Così il premier punta a incrociare domanda e offerta per rendere il sostegno economico davvero efficace.
Questo nuovo sistema dovrebbe essere operativo entro 6 mesi, dice Conte, che conferma di aver parlato con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale, Paola Pisano, e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, esperto di big data.
Questo nuovo ed unico sistema operativo dovrebbe poi tradursi in una vera e propria app che metta insieme domanda e offerta rendendo sempre più difficile rifiutare un lavoro, con il rischio concreto di perdere il reddito di cittadinanza.
“Meglio tardi che mai”, dicono i rappresentati del centro destra che alla riforma si sono sempre opposti, e che continuano a chiedersi che fine abbiano fatto i navigator che avrebbero avuto il compito di aiutare le persone a trovare un lavoro.
Ad oggi infatti secondo le stime dell’Inps, su 1,5 milioni di persone che percepiscono il reddito minimo solo 100 mila hanno trovato un lavoro e al 7 luglio i contratti ancora attivi sono 100.779.
Lucrezia Melissari