Lo Stato possiede 6.668 km di rete autostradale. In piccola parte la gestisce attraverso l’Anas e altre società pubbliche (infatti su queste strade non si pagano pedaggi), mentre in larga parte la assegna in concessione a società private.
Il funzionamento è semplice: il Governo dà in concessione un tratto stradale consentendo all’ente privato di chiedere un pedaggio per la sua percorrenza in cambio di investimenti e manutenzione sulle strade che siano “coerenti”. Ed è il Governo che deve fare queste verifiche periodicamente insieme alla società concessionaria.
L’anomalia italiana è che un unico privato ha in concessione circa la metà della rete ed è Autostrade per l’Italia, azienda al 100% del gruppo Atlantia la cui quota di maggioranza (30%) è di proprietà della famiglia Benetton attraverso la holding Sintonia.
La durata delle concessioni è lunghissima: nel caso di Autostrade fino al 2042.
Più pedaggi meno investimenti
Perché il business delle concessioni è davvero un affare? nel 2016 (ultimi dati disponibili) le entrate da pedaggi erano aumentate del 4,1% mentre le spese per manutenzione (-7,3%) e investimenti (-23,9%) sono crollate. Non solo: nel 2018 i pedaggi hanno continuato ad aumentare (la media nazionale è del 2,7% ma in alcuni tratti si va oltre addirittura al 50%)
Ma c’è di più: revocare una concessione prevede delle penali, pesanti, per lo Stato che, nel caso della A10, sono state stimate intorno ai 15-20 miliardi. Come riportato da ANSA, la convenzione infatti prevede che il concessionario abbia diritto ad “un indennizzo/risarcimento a carico del Concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzione”. L’indennizzo “sarà pari ad un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di recesso, revoca o risoluzione del rapporto, sino alla scadenza della concessione”, nel 2042.
È noto a tutti che Autostrade per l’Italia ha sempre goduto dell’appoggio dei vari governi succedutesi negli anni, in particolare, ma non solo, di quelli di sinistra….per la prima volta un Governo sembra voler mettere in discussione il tradizionale appoggio e disporre l’interruzione anticipata della concessione a Atliantia.
Avrà il coraggio e la capacità di andare fino in fondo? Questa si che, a prescindere Dalla valutazione di ognuno, rappresenterebbe un cambiamento “epocale” nella storia della politica italiana.
Succederà? Basta avere pazienza fino a stanotte per saperlo.