Il settore manifatturiero polesano si riscopre in crisi, un tracollo iniziato con la crisi economica del 2008 e che adesso sta subendo un nuovo durissimo colpo a causa dell’epidemia di Covid. Le imprese manifatturiere, da sempre una delle colonne portanti dell’economia della provincia di Rovigo, sono calate del 18,1% in 10 anni, a livello veneto ha fatto peggio solo Belluno.
Adesso a causa della pandemia, nel terzo trimestre 2020, rispetto allo steso periodo del 2019, in Polesine risulta attivo il 3,6% in meno di imprese manifatturiere, che ad oggi sono 2.361. Il settore in Veneto (49.832 aziende) ha perso il 14,5% di imprese in dieci anni e lo 0,9% sul trimestre.
L’industria manifatturiera veneta rappresenta il 10,2% del settore in Italia, ed è da sempre un grande vanto per il territorio, ma è ormai evidente la crisi che sta vivendo. Secondo i dati elaborati da Studio temporary manager, tutte le province venete negli ultimi 10 anni hanno registrato un calo del numero di imprese manifatturiere, con valori più alti a Belluno (-19,8%) e Rovigo (-18,1%). Seguono Verona (-16%), Venezia (-15,4%), Treviso (-14,5%), Padova (-14,3%) e Vicenza (-11,3%).
Sempre secondo lo studio, tra le aziende in crisi a soffrire maggiormente sono le realtà familiari, con manager a volte impreparati a gestire le difficoltà e aziende quindi poco competitive, soprattutto per quanto riguarda l’internazionalizzazione e l’innovazione tecnologica. A questi aspetti si aggiunge anche il mancato ricambio generazionale (a cui andrà incontro il 50% delle aziende italiane entro il 2025), con gli imprenditori che, nonostante l’età, sono sempre più restii a pianificare un cambio al vertice.