Dopo la bellunese Luxottica, anche i sistemi informatici di un’altra importante azienda sono stati presi d’assalto: blackout, mail fuori uso e dipendenti che non riescono ad utilizzare il computer aziendale.
Questa volta a finire nel mirino degli hacker informatici è il Gruppo Carraro di Campodarsego (Padova) leader internazionale nel comparto delle macchine agricole, con oltre tremila dipendenti in tutto il mondo e un fatturato che sfiora i 550 milioni.
L’attacco digitale ha costretto l’azienda a far lavorare centinaia di impiegati da remoto, facendo intanto partire la richiesta di cassa integrazione per i 1.400 dipendenti delle sedi di Campodarsego, Rovigo, Pordenone e Poggiofiorito in provincia di Chieti.
Ma su questo punto i vertici cercano di rassicurare i dipendenti: «La cassa integrazione è una precauzione. Non tutti ovviamente ne usufruiranno. Essendo stata richiesta poche ore fa, in questo momento è difficile fare un conteggio e un distinguo tra chi sta riuscendo a lavorare in remoto e chi invece si trova a casa in regime in cassa integrazione».
Le attività dovrebbero tornare a regime nel giro di pochi giorni, ma nonostante l’intervento immediato dei tecnici che ha limitato i danni, non è escluso che potrebbe servire anche una bonifica della rete dei server sotto attacco.
«Siamo preoccupati perché questo attacco accentua ulteriormente il rallentamento della produzione già provocato dal Covid», dice Oriella Tomasello della segreteria Fim Cisl di Padova Rovigo.
Sul caso si è messa subito ad indagare anche la Polizia Postale, in cerca di tracce per risalire all’identità reale degli hacker. E Intanto le aziende venete cercano di proteggersi con sistemi di sicurezza sempre più avanzati.
Il fenomeno degli hacker
Quelli di questa settimana sono solo gli ultimi di una lunga lista di hackeraggi che hanno riguardato alcune aziende e personalità illustri.
La scorsa settimana, in clima pre-elezioni, il governatore Luca Zaia aveva detto che i suoi profili Whatsapp ed Instagram erano compromessi.
Poi anche l’impero dell’occhialeria Luxottica aveva dovuto interrompere il lavoro dei due stabilimenti di Agordo e Sedico, con ottomila dipendenti costretti a restare a casa, per fortuna in poco tempo sono potute riprendere le attività.
E tra le vittime illustri dei pirati informatici anche il sito internet del Ministero dell’Istruzione, i profili social della ministra Azzolina e pure l’Università di Roma Tor Vergata.
Un fenomeno quello degli hackeraggi informatici che continua a far preoccupare aziende, personalità, politici, ma anche influencer o celebrità la cui vita passa anche attraverso il mondo digitale, che mai come ora necessita di maggiori regole e controlli.