A Rovigo, come già in molti altri comuni del Veneto, i commercianti si lamentano dei controlli, messi in atto dalla polizia locale, per limitare l’accesso al centro storico dove, secondo l’ordinanza regionale voluta da Luca Zaia, non si potrebbe passeggiare, ma accedere solo in caso di necessità o per acquisti.
Sembra infatti che lo scorso weekend i controlli, più che limitare, abbiano di fatto bloccato l’accesso al centro storico, deludendo le aspettative di chi sperava in una seppur modesta ripresa delle vendite, anche in vista del Natale.
Al centro delle polemiche, gli accessi a Piazza Vittorio Emanuele II, che, secondo alcune testimonianze, sabato pomeriggio, sarebbero stati “sconsigliati” a tutte quelle persone, che non indicavano con precisione dove fossero dirette.
L’assessore al commercio e polizia locale, Patrizio Belardinello, ha così sentito il dovere di intervenire sia per placare gli animi che per giustificare il comportamento dei vigili urbani, “che stavano facendo solo il loro dovere”, nel rispetto di quanto concordato con la Questura. “Si è semplicemente fatta rispettare l’ordinanza regionale, senza multe, a riprova del fatto che non c’era alcun intento vessatorio”, ha chiarito l’assessore.
Ormai la gran parte degli operatori economici è sconsolata e sostiene che, se le cose non riprenderanno a breve, saranno costretti a chiudere, alcuni anche definitivamente. Il colpo d’occhio di alcuni centri storici italiani, soprattutto dopo le sei di pomeriggio, è ormai spettrale e, forse mai come oggi, abbiamo preso coscienza tutti, dell’importanza dei commercianti e dei loro negozi, nei nostri centri abitati.
Il grande problema rimane quello di conciliare le misure anti-covid con le esigenze di chi deve lavorare e far girare l’economia, in presenza di un quadro normativo non chiaro e in continua evoluzione.