Saranno discusse martedì prossimo dal consiglio di amministrazione del Consorzio pescatori del Polesine di Scardovari le richieste avanzate dai pescatori che hanno manifestato ieri nella Sacca nel cuore del Delta. “Oggi sulle 650 imbarcazioni che di solito sono operative ce n’erano 20 in pesca in Sacca e un’altra decina tra le altre lagune, quindi siamo soddisfatti del risultato. È stata la prima volta che c’è stata una risposta così compatta” dice Niki Penini dopo il confronto, insieme a Daiana Finotti, Marco Mancin e Massimo Cattin, con il presidente Luigino Marchesini e i vice Andrea Natali e Emanuele Finotti.
“Il 10 gennaio 2020 avevo già informato la mia coop, la Delta Padano della problematica legata al novellame – spiega Penini -, hanno detto che tutto andava bene. Oggi, a fronte di un dato evidente che sono la mancanza di reddito per 1.500 famiglie abbiamo proposto 4 punti che saranno discussi nel prossimo consiglio. La situazione è molto grave e durerà a lungo, perché alle vongole servono 12 mesi per crescere. Vigileremo, saremo pronti per fare una nuova manifestazione qualora non si risolvessero le cose. Di più legalmente non si poteva fare”.
“Le lagune versano in uno stato pietoso – insiste Penini -. Le gravi perdite non sono dovute al Covid, perché la richiesta di prodotto c’è, ma sono le vongole a mancare. C’è stato un problema gestionale, inutile nascondersi: se non si semina non si raccoglie”.
Ecco quindi che più di 150 imbarcazioni hanno manifestato di fronte al pontile delle cozze, su ogni barca c’erano dalle 4 alle 5 persone, per un totale di 700-800 partecipanti, ossia la metà dell’intero comparto dedito alla molluschicoltura. All’ora X fiato a trombe, fischietti, motori e pompe idrauliche per farsi sentire dalle finestre del vicino Consorzio.
Le richieste dei pescatori sono state chiare: “La stesura di una chiara relazione sullo stato delle lagune e del prodotto e presente, che deve essere resa pubblica a tutti gli operatori che quotidianamente lavorano nelle zone in gestione. L’applicazione di un piano programmatico da attuarsi immediatamente con l’acquisto di semina e prodotto mezzano al fine di ripopolare le lagune ormai vuote, con pubblicazione settimanale del quantitativo di prodotto seminato da comunicarsi all’interno di ogni coop e ad ogni pescatore. Il ridimensionamento delle ‘zone di ingrasso’ che devono essere meno numerose in termini numerici ma di maggior dimensioni al fine di distribuire lo sforzo di pesca ed evitare un eccessivo stress alle vongole. Le dimissioni immediate di tutti i responsabili delle lagune, soprattutto di coloro che gestiscono la Sacca la cui evidente incapacità ci ha portati a tale situazione”.
Nonostante il dialogo costruttivo, Marchesini si è detto stupito: “Ad un mese dal rinnovo delle cariche sociali non me lo aspettavo, avendo anche portato a casa il rinnovo quindicinale dei diritti esclusivi. Martedì porteremo le richieste che ci sono arrivate. Non bisogna comunque dimenticare che gli ultimi interventi corposi nelle lagune sono stati fatti nel 2010, i frutti di quelli che sono ora in corso li vedremo in futuro. Basti pensare che il Canarin non era produttivo dal 2013 e tutto lo sforzo di pesca si è riversato sulle altre lagune”.