I Mondiali sono conclusi e, come sempre accade in queste occasioni, si cerca di fare il punto della situazione. Come era già accaduto la scorsa estate con la Mostra del Cinema di Venezia, l’Italia, ma soprattutto il Veneto, hanno dimostrato al Mondo intero, che quando tutto si era fermato e tutti avevano preferito rimandare, con spirito di sacrificio e abnegazione, hanno saputo rimboccarsi le maniche e accettare la sfida di provarci comunque, pur se penalizzati dalla mancanza del pubblico ed inevitabilmente anche da tutto il volano economico, che questo avrebbe attivato.
L’esordio dei Mondiali non è stato dei migliori, con la serata d’inaugurazione sotto la pioggia, a causa di un improvviso vento di scirocco; il primo giorno con le gare rimandate per troppa neve e, quello successivo per una nebbia così fitta, da scoraggiare anche i più ottimisti. Ma poi, con il ritorno del sole e del freddo, tutto si è riallineato. Ora sono rimasti sì i problemi di sempre, ma anche un’eredità di opere, che rimarranno a lungo.
Domenica pomeriggio, com’era prevedibile, dopo la conclusione dei Mondiali e il rientro delle diverse delegazioni sportive e della stampa accreditata, lungo la statale 51, nel tratto che separa Cortina da Longarone, ci sono volute dalle tre alle quattro ore per percorrere 60 chilometri.
Molti si sono chiesti cosa sarebbe potuto accadere se ci fosse stato anche il pubblico. I cantieri Anas per il cosiddetto “piano mondiali” sono ancora aperti e le quattro varianti della tangenziale, quelle di Longarone, Tai, Valle e San Vito rimangono per ora solo sulla carta, con Anas che ha già annunciato che i lavori slitteranno di almeno due anni.
Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, dopo quanto accaduto domenica, ha subito sollecitato Anas ad accelerare quanto più possibile i lavori, in modo che almeno per la prossima estate si possano evitare le code infinite dell’estate scorsa, ma anche nell’ottica del rispetto delle tempistiche per le Olimpiadi del 2026, per le quali la Provincia invoca un commissario straordinario, con pieni poteri, come già avvenuto per la ricostruzione del ponte di Genova.
Cortina dopo decenni, è tornata protagonista su un palcoscenico internazionale e questo si rivelerà di primaria importanza per attrarre risorse finanziarie. E poi sono state portate a termine una serie di opere come il restyling dell’Olympia delle Tofane e di Vertigine, di Col Drusciè, con la messa a norma dei tracciati A e B, il sistema di innevamento artificiale e la creazione dello skiweg di collegamento, della zona di Rumerlo con la nuova “finish area”, la nuova pista “Lino Lacedelli” nell’area 5 Torri e, poi ancora la nuova cabinovia Son dei Prade-Bai de Dones. E in fine, il nuovo sistema anti-valanghe nella zona delle Tofane.
Senza dimenticare tutte le migliorie apportate alla viabilità, alla piscina comunale, agli impianti di risalita e alle strutture ricettive: una ventina di alberghi chiusi da anni, che finalmente, verranno restaurati e riaperti. Così, sistemata la viabilità, Cortina sarà pronta per le sue Olimpiadi.