La nuova polemica tra il fronte sovranista (guidato dal governatore veneto Luca Zaia) e l’Ue riguarda quella che al momento è solo una proposta di Bruxelles, che da mesi era sollecitata dai governi nazionali: l’istituzione di una mappa unica delle regioni europee divise per colori in base ai diversi livelli di rischio Covid-19. Questa mappa dovrebbe servirebbe ad evitare le chiusure unilaterali dei confini nazionali, consentendo gli spostamenti tra le regioni meno a rischio, e limitando (ma non vietando) i viaggi non essenziali dalle regioni con le situazioni epidemiologiche più critiche verso il resto dell’Ue.
Nello specifico, chi proviene da una zona rosso scuro (colore assegnato alle regioni più a rischio), dovrebbe, secondo le raccomandazioni di Bruxelles, sottoporsi a un test preventivo prima di prendere un volo, e poi restare in quarantena per almeno 1 settimana.
La proposta servirebbe a limitare eventuali contraccolpi al turismo, ma anche e soprattutto all’economia nel suo complesso, in particolare per i trasporti e i lavoratori transfrontalieri.
Ma su quali criteri, da più parti contestati, si basa questa mappa?
- numero di nuovi casi registrati per 100 000 abitanti negli ultimi 14 giorni
- numero di test per 100 000 abitanti effettuati nell’ultima settimana (tasso di test effettuati)
- percentuale di test positivi effettuati nell’ultima settimana (tasso di positività dei test)
Ogni regione sarà poi contrassegnata con un colore:
- verde se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 25 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%
- arancione se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 50, ma il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è compreso tra 25 e 150 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%
- rosso se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è pari o superiore a 50 e il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è superiore a 150
- grigio se non sono disponibili informazioni sufficienti o se il tasso di test effettuati è inferiore a 300 ogni 100mila abitanti.
Ma secondo il governatore Zaia “In Veneto arriviamo a fare 60-65 mila tamponi al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. È quindi ovvio che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno”. La stessa linea seguita dal governatore del Friuli, il leghista Massimiliano Fedriga, e dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher.
In base al nuovo colore “rosso scuro”, le regioni più a rischio sarebbero a oggi, secondo una prima stima dell’Ecdc che si basa sui dati resi disponibili dalle stesse regioni negli ultimi 14 giorni, una trentina in tutta Europa, tra cui Veneto, Emilia-Romagna, Friuli e la Provincia di Bolzano. All’Italia va molto meglio che ad altri Paesi come la Spagna, dove la popolazione che sarebbe interessata dalle eventuali restrizioni sarebbe molto più numerosa, e in linea con Francia e Germania. Le regioni interessate, infatti, riguardano circa 1/5 della popolazione nazionale.