Una festa di San Martino, patrono della città splendente, molto sotto tono quella di quest’anno: messa solenne ridotta, nessuna celebrazione pubblica e niente mercatino. Nessuna cerimonia neanche per il Premio San Martino, assegnato quest’anno a Giorgio Zampieri, per il suo impegno nel volontariato bellunese. L’emergenza sanitaria ha cancellato un’altra delle amate feste tradizionali della nostra regione.
La Sagra di San Martino è rinomata in tutto il Veneto, perché ha origini antiche, alcuni documenti storici infatti, la fanno risalire addirittura al 1300. In origine, era legata prevalentemente al mondo contadino e del commercio del bestiame, perché oltre a celebrare un Santo molto amato, era anche la festa del raccolto agricolo, che cadeva alla fine dell’annata agraria. Oggi viene considerata un momento importante di festa e aggregazione per tutta la cittadinanza.
In occasione della festa, il centro storico di Belluno si anima generalmente di una moltitudine di bancarelle colorate, di espositori provenienti da tutta l’Italia, con stand che propongono ogni genere di prodotto, dagli alimentari, all’artigianato, dalle piante e fiori, agli abiti di lana cotta. In concomitanza con la fiera di San Martino, si svolge anche “Cose di Vecchie Case”, tradizionale mercatino dell’antiquariato.
Come ha voluto sottolineare il Sindaco, Jacopo Massaro, al premiato Giorgio Zampieri, “non volendo snaturare lo spirito del premio, ci prendiamo l’impegno di celebrarlo solennemente, non appena i tempi permetteranno l’abbraccio della comunità”.