Tra le molte cose di cui dovrà occuparsi prossimamente Domenico Arcuri, c’è l’organizzazione dei “covid hotel” per ogni provincia. Un luogo, in cui, chi risulterà positivo al covid-19, potrà trascorrere l’intera quarantena, nel caso in cui non potesse o non volesse, per le ragioni più disparate, farlo a casa propria.
Padova, il suo covid hotel ce l’ha già, una cinquantina di camere, in una zona residenziale, nella parte meridionale della città. La tariffa per dieci giorni è di circa 600 euro. Nelle stanze sono installati sistemi di domotica, con delle tessere per le porte, programmate per l’entrata e l’uscita, che tradotto significa che se qualcuno cercasse di uscire, non riuscirebbe più a rientrare e sarebbe costretto ad autodenunciarsi.
Il protocollo di sicurezza inizia all’ingresso, dove gli ospiti, attenendosi alle regole sanitarie canoniche, di mascherina, distanziamento e sanificazione delle mani, vengono ricevuti, registrati e fotografati, per essere riconoscibili dallo staff, in caso di “evasione”.
Solo a questo punto, possono raggiungere la camera che li ospiterà per la durata della quarantena. Ogni stanza è organizzata in modo tale da permettere a chi ci soggiorna di provvedere alla pulizia personale e a quella della camera, mediante un kit in dotazione, con saponi e detergenti predosati per i dieci giorni.
Per i pasti, si è provveduto ad organizzare un piccolo “angolo cottura”, provvisto di frigo, microonde, bollitore, piatti, posate e tutto il necessario per la prima colazione. Pranzo e cena vengono lasciati fuori dalla porta, dai membri dello staff, che non devono mai avere contatti diretti con i contagiati.
Il menu è fisso, anche se cambia ogni giorno ed è fornito da una ditta di catering, che fa il servizio mensa. “Quando si sente bussare, bisogna aspettare un po’ prima di aprire, per dare il tempo all’operatore di allontanarsi”. Pertanto, zero contatti.
Per qualunque problema e per certificare la negativizzazione del contagiato, provvede il personale dell’Ulss. Dopo il tampone negativo, l’ospite è autorizzato a lasciare la camera, che viene tenuta chiusa per dieci giorni prima di essere sanificata e riutilizzata.