Un lavoratore su tre, in Polesine, è impiegato in settori ad alto rischio a causa dell’emergenza Covid e il 22% delle aziende è in bilico, mentre una su tre è in crisi di liquidità. A dirlo i dati dell’osservatorio Cerved per conto dell’Anci, analizzando i bilanci delle imprese, in particolare quelle delle città piccole e medie.
Emerge quindi che il Polesine è la provincia veneta meno esposta al rischio di una crisi industriale causata dall’emergenza Covid ma, contemporaneamente, è anche la più fragile dal punto di vista economico e sociale, quella dove le ripercussioni potrebbero essere più dure.
Nella zona potrebbero esserci ripercussioni per quanto riguarda il 26,2% del fatturato complessivo, contro una media veneta stabilmente sopra il 30% (e punte del 39% a Belluno e Vicenza). Di contro, però, in queste imprese lavora praticamente un polesano su tre: il 30,2% della forza lavoro è impiegato infatti in questo tipo di aziende, e a quel punto il danno sarebbe ben più grande.
La perdita complessiva di posti di lavoro nel biennio, secondo il rapporto Cerved Pmi 2020, potrebbe attestarsi addirittura a quota 7.211: in pratica, il numero degli occupati del Polesine potrebbe contrarsi del 10,9% rispetto ai livelli del 2019, passando da 66.374 lavoratori a poco più di 59 mila. Uno scenario preoccupante.
Inoltre il report del Cerved prevede due scenari: uno più soft e uno più hard. Nel primo caso, l’analisi partiva dalla possibilità che nel secondo semestre dell’anno ci fosse una ripresa economica accompagnata da un ritorno alla normalità dal punto di vista della diffusione dell’epidemia e – dunque – della vita sociale e lavorativa, che purtroppo non è quello che sta succedendo.
E andiamo allora verso lo scenario numero 2, quello che prevede la persistenza dell’emergenza sanitaria fino alla fine dell’anno. In base a questa ipotesi, la perdita di fatturato delle imprese polesane si attesterebbe sul 14,7%, contro il -10,3% dello scenario soft; mentre nel resto del Veneto le aziende potrebbero lasciare sul terreno quote di mercato comprese tra il -15% e il -20%.
A livello regionale, sono 193 mila i posti di lavoro a rischio, con punte di 38 mila in provincia di Venezia, di 35 mila a testa per Padova, Verona e Vicenza e di 33 mila nel territorio della provincia di Treviso. Uno shock economico che rischia di rendere la ripresa sempre più difficile.