A voler essere ottimisti e guardare il bicchiere mezzo pieno, la cosa da dire è che i primi soldi stanno effettivamente arrivando. Volendo essere realisti, invece, la situazione è decisamente in alto mare. Il FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori) – con 1,5 miliardi di euro di dotazione stanziati dal Ministero dell’economia e delle finanze per tramite della controllata CONSAP – è in enorme ritardo sui rimborsi dei pagamenti per i risparmiatori truffati dalle banche, Popolare di Vicenza compresa.
Certamente il Covid ed il conseguente arresto dell’economia nei mesi primaverili, ha rallentato non di poco l’attività del Fondo – oltre che aver posticipato la data per presentare domanda di indennizzo da aprile a giugno. Tuttavia, se senza la pandemia i soldi avrebbero dovuto iniziare ad arrivare in estate, terminata la fase più critica, in maggio, era stato stabilito come, in ogni caso, l’autunno avrebbe visto l’inizio dei rimborsi.
Ebbene, a novembre inoltrato i risparmiatori rimborsati sono pochissimi (degli iscritti all’associazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza” appena 3 su 5000), quelli rimborsati hanno ricevuto appena il 40% dell’importo indennizzabile (circa il 12% della somma totale perduta) e soprattutto non c’è stata nessuna comunicazione relativa all’evasione di pratiche e all’accoglimento o meno di queste ultime.
L’unico dato certo sono le 144.000 pratiche di domanda presentate a CONSAP entro il 18 giugno scorso. E, secondo Federconsumatori, a metà ottobre il numero di quelle analizzate era di circa 3.000; senza saperne l’esito.
La decisione di iniziare a corrispondere un anticipo sul totale di cui si ha diritto, è stata presa nell’attesa di elaborare il piano di riparto definitivo. Per il quale s’intende stabilire, dati la somma a disposizione del fondo (il miliardo e mezzo di euro di cui sopra), il numero di domande presentate, quello delle domande accolte e l’importo di tutte queste, quando e come indennizzare tutti i risparmiatori che ne abbiano diritto.
I timori che il fondo venisse “divorato” dall’emergenza Covid e che i soldi in dotazione venissero dirottati per altri scopi – magari legati alla pandemia – era la paura più grande per i risparmiatori; paura che però, incrociando le dita, è stata più volte smentita dalle autorità competenti. Quel che è certo è che la sicurezza ci sarà solo quando l’agognato bonifico arriverà sul conto corrente; e, visti i tempi, l’attesa per completare l’intera pratica sarà lunghissima.
F. K.