Alla fine dello scorso anno l’associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza» aveva lanciato un forte messaggio al governo per fare in modo che i rimborsi procedessero in maniera più spedita perché, nonostante le modifiche sugli anticipi per i ristori dovuti ai risparmiatori colpiti dal crac delle ex popolari (tra le quali BpVi e Veneto Banca), in pochi avevano ricevuto parte dei soldi.
Quindi i risparmiatori, scontenti, non hanno mancato di invitare “certi parlamentari e certi inquilini di palazzo Chigi ad evitare di usare toni trionfalistici“, perché da festeggiare non c’è proprio niente. Dato che a distanza di 10 giorni: “Purtroppo le somme stanziate a fronte delle migliaia e migliaia di aventi diritto hanno interessato pochissime persone. Gli uffici deputati alla erogazione debbono accelerare: la burocrazia deve essere rapida, efficace ed efficiente” dice Luigi Ugone, presidente dell’Associazione.
Oltre a parlare di “indennizzi lumaca” il presidente punta il dito contro la Consap, la società pubblica incaricata di fare in modo che “i bonifici arrivino direttamente agli stessi risparmiatori”. Di fatto i passi avanti sono stati davvero pochi e il Covid non ha migliorato certo la situazione. E all’inizio di dicembre era stato l’avvocato trevigiano Andrea Arman, presidente del coordinamento dei risparmiatori “don Enrico Torta”, a parlare della opacità di alcuni emendamenti che aggiornavano la normativa in materia di indennizzi.
Non ci resta che sperare che questo nuovo anno possa portare buone notizie e che si riesca a sbloccare una situazione dai retroscena drammatici.