Il Tribunale di Vicenza, ieri pomeriggio, al termine di quattro ore di camera di consiglio e della lettura dell’ordinanza, ha deciso di dichiarare Samuele Sorato, ex direttore generale di Banca Popolare di Vicenza, assente, rigettando così l’istanza del legittimo impedimento, presentata dai suoi legali Fabio Pinelli e Alberto Berardi. Nel 2017 infatti, la posizione di Sorato era stata stralciata dal maxi-processo per il crac della Popolare vicentina, proprio per i suoi gravi problemi di salute.
Dopo cinque udienze, varie consulenze e diverse perizie mediche, depositate a più riprese, il collegio ha di fatto ribaltato le valutazioni dei periti incaricati, stabilendo che non esiste alcun legittimo impedimento per l’ex manager, perché, “se è in grado di stare fuori di casa per un’intera giornata o guidare per lunghe tratte, mantenendo la concentrazione a 180 chilometri orari in autostrada – come rilevato da accertamenti condotti dalla polizia giudiziaria per i pubblici ministeri, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi – allora può affrontare anche il processo, pur se gravemente malato”.
Il collegio presieduto da Chiara Cuzzi non ha così condiviso quanto evidenziato dai suoi stessi periti, il professor Carlo Moreschi e il dottor Antonio Cinque, che solo qualche ora prima, avevano ribadito quanto già confermato nelle loro precedenti conclusioni, ossia che Sorato non fosse nelle condizioni fisiche e psicologiche, data la sua malattia, di affrontare un processo, “perché capace di provocare un aggravio di stress prolungato”.
Si è preferito adottare quindi la linea dei pubblici ministeri, che anche ieri hanno voluto mettere in evidenza “la discrasia tra le condizioni di Sorato, riportate nella perizia e basate sulle sue dichiarazioni e l’attività svolta quotidianamente dall’imputato”, secondo loro incompatibile rispetto a come si è presentato ai medici, arrivando a parlare di “situazione imbarazzante”.
La procura in grande sintesi trova che ci sia una evidente differenza tra “come Sorato si mostra ai periti e quello che invece fa abitualmente”, mettendo quindi sullo stesso piano una trasferta a Milano, probabilmente per le cure, con un processo.
Gli avvocati difensori, Pinelli e Berardi, pur avendo dichiarato “che le decisioni del Tribunale vanno comunque sempre rispettate per definizione” hanno fatto sapere di non essere d’accordo con quanto stabilito e di essere comunque pronti ad affrontare il processo.
La prossima udienza è stata fissata per il 26 maggio e, naturalmente la presenza di Sorato dipenderà dal suo stato di salute, “la sua volontà è comunque quella di difendersi in aula”, ha concluso l’avvocato Pinelli.