Si aggiunge un altro tassello al complicato puzzle che è il processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza: al centro dell’inchiesta adesso ci sarebbero dei fondi esteri per 350 milioni.
“Posso senz’altro affermare che costituirà una sorta di laboratorio di precedente giurisprudenziale anche per altri procedimenti nella stessa materia”, ha affermato il Procuratore Capo della Repubblica di Vicenza Lino Giorgio Bruno in audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.
“Il procedimento principale è in una fase avanzata – spiega -: il 15 marzo prossimo è prevista l’udienza per la repliche dei pubblici ministeri. È possibile un breve slittamento per esigenze ulteriori”. Enorme l’impegno profuso in questo periodo dal Tribunale vicentino per gestire questo maxi processo con ben 7.780 persone ammesse come parti civili. Tre i reati per i quali sono sotto processo l’ex presidente Gianni Zonin, l’ex consigliere Giuseppe Zigliotto e quattro ex top manager dell’istituto in liquidazione coatta: aggiotaggio, ostacolo alle funzioni di vigilanza e Bce e falso in prospetto.
Uno dei due pm che hanno condotto indagini e processo, Gianni Pipeschi, dà speranze ulteriori ai risparmiatori: “Nell’ambito dell’attività di indagine sono stati sequestrati 106 milioni, più i nostri sequestri conservativi (residuali): questi sono soldi che potrebbero andare a ristorare le parti civili, almeno in uno dei capi di imputazione”.
Bruno ha poi parlato di un secondo procedimento in fase di indagini preliminari per bancarotta che coinvolgerebbe società e intermediari di Paesi stranieri con trasferimenti a fondi lussemburghesi che ammonterebbero a 350 milioni.
“Mi sono complimentato pubblicamente con il Procuratore Bruno per l’impegno nell’istruire un processo così complicato”, dice Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia nella Commissione Giustizia della Camera e membro della Commissione bicamerale: “Dopo oltre un centinaio di udienze, si può confidare che a breve sarà pronunciata la sentenza, evitando la prescrizione pur in tempo di pandemia”.