L’esito dell’ultima udienza preliminare per il crac di Veneto Banca, che vede Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato, accusato di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, ha stabilito l’esclusione dal procedimento di Intesa San Paolo, Consob, Bankitalia e dei revisori di PricewaterhouseCoopers.
Inoltre, il gup del Tribunale di Treviso, Gianluigi Zulian, ha rigettatto, “per manifesta infondatezza”, anche l’istanza presentata dall’avvocato Matteo Moschini, che rappresenta un folto gruppo di risparmiatori, sulla presunta incostituzionalità del decreto con il quale, nel 2017, erano stati ceduti ad Intesa, per la somma simbolica di un euro, gli asset di Veneto Banca e Popolare di Vivenza.
A questo punto, a rispondere in solido con Vincenzo Consoli, rimane solo Veneto Banca, in liquidazione, ammessa dal giudice, ma che si sa già che non avrà fondi.
Un altro duro colpo inferto alle centinaia di risparmiatori che, essendosi costituiti parte civile, speravano proprio di potersi rivalere sulla responsabilità degli esclusi, considerati in parte corresponsabili del default delle due popolari venete, a causa delle loro presunte leggerezze nelle attività di controllo, (Bankitalia, Consob e revisori)
Essendo il patrimonio di Veneto Banca, ormai depauperato e del tutto insufficiente a far fronte alle tante richieste di indennizzo, le parti civili puntavano alla condanna di Consoli per ristabilire la verità, ma soprattutto contavano di poter aggredire quella “polpa” incamerata da Intesa nel 2017, ottenendo anche, con il decreto di liquidazione, di non dover rispondere delle cause per le azioni e i bond azzerati.
Il gup Zulian ha quindi voluto seguire la linea già adottata nel procedimento di Vicenza, per il crac di Banca Popolare, in controtendenza con quanto deciso invece dal gup di Roma, Lorenzo Ferri, prima che tutto venisse ritrasferito in Veneto, che destando un certo clamore, aveva ammesso la chiamata in causa di Banca Intesa, sostenendo che “il divieto di Intesa di farsi carico delle cause, vale solo come principio per regolare i rapporti con Veneto Banca in liquidazione e, non verso i creditori terzi”.
Il gup Zulian invece ha ritenuto legittimo il decreto legge 99 del 2017, rigettando il dubbio di legittimità costituzionale, sollevato dai legali delle parti civili. L’avvocato Moschini rimane comunque fermo nella sua posizione, certo del fatto che, “rendere impossibile l’azione giudiziaria contro Intesa leda l’effettività del diritto di azione e della tutela giurisdizionale. Con l’ammissione al passivo della liquidazione, non si conseguirà risultato alcuno”.
Altrettanto importante l’intervento dell’avvocato Luigi Fedalti, che ha voluto ricordare che il Tribunale di Treviso aveva dichiarato lo stato d’insolvenza di Veneto Banca e che pertanto ci sarebbero gli estremi per individuare un reato fallimentare, per il quale la prescrizione non interverrebbe prima del 2027.