In questi giorni si susseguono i nomi di possibili ministri per il governo Draghi e nelle ultime ore per il ministero della Salute la stampa ha fatto il nome di Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino.
“Alla Salute serve persona con competenze per capire effetto decisioni e giudicare consigli esperti – aveva detto il virologo -. Non mi hanno chiesto di fare il ministro della Salute, né ufficialmente né ufficiosamente. È un’invenzione della stampa che si esercita a indovinare”. Ma se arrivasse la proposta? “Non lo so”. Intanto “ci penso, mi esercito”, dice Crisanti, intervenuto a ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio 1. “Se a lei offrissero la direzione del ‘Washington Post’ che fa? Ci pensa, immagino”, ha risposto lo scienziato a uno dei conduttori.
Ma come titolare della Sanità italiana ci vorrebbe un virologo? “Ci vorrebbe una persona competente – è l’opinione di Crisanti -. Ci vorrebbe una persona che ha le competenze per capire l’effetto delle decisioni a medio e a lungo termine, e giudicare anche i suggerimenti degli esperti. Un tecnico – ha precisato – è orientato soltanto dalle previsioni e dall’impatto di determinate scelte, il politico è influenzato da tantissime altre cose”.
“Se fossi ministro della Salute? Cambierei passo su tutto. Metterei sforzi senza precedenti sul piano vaccini anti-Covid, ma anche sulle misure di controllo della trasmissione del virus sul territorio, perché non si può fare affidamento solo sui vaccini. E soprattutto creerei un sistema di sorveglianza delle varianti, il tutto gestito centralmente e con fondi adeguati. In Italia si investe mezzo miliardo di euro, o non so quanto, per i banchi a rotelle e non si investe su un piano di sorveglianza delle varianti di Sars-CoV-2? Lo devo dire una volta per tutte, i banchi a rotelle non li digerisce nessuno perché hanno due difetti irredimibili: sono brutti e inutili”.
Crisanti ci tiene a precisare: “Non ho ricevuto nessuna chiamata, ma se mi chiedessero di fare il ministro certamente ci penserei. Suvvia, chi non lo farebbe?”.