I lavoratori dell’Acc e dell’ex Embraco, arrivati da Belluno e da Torino, hanno manifestato davanti al ministero dello Sviluppo Economico per chiedere di rimettere mano al progetto Italcomp e trovare una soluzione in tempi rapidi. Lunedì prossimo scatteranno infatti i 400 licenziamenti alla ex Embraco. La viceministra ha convocato il tavolo per il 23 aprile, ma intanto una delegazione sindacale è salita al Mise per fare il punto della situazione.
“Il progetto deve ripartire, questa inerzia sta ammazzando due fabbriche, di due diversi territori – Mel nel bellunese e Riva di Chieri in provincia di Torino – e con esse i loro 800 lavoratori”, hanno detto Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile settore elettrodomestico e Claudia Ferri, coordinatrice nazionale Fiom settore elettrodomestico.
Il silenzio sul futuro dei due stabilimenti è ormai assordante, per questo oggi i lavoratori hanno chiesto un intervento immediato da parte del governo, per non far morire il progetto Italcomp e salvaguardare i lavoratori delle due fabbriche. Italcomp è stato presentato in due Prefetture, a Belluno e a Torino, plaudito come un progetto ambizioso, di buona politica industriale e che stava passando dalla fase progettuale, dopo un lungo lavoro di confronto con le parti sociali, a quella di realizzazione.
“Oggi invece, dopo il cambio di governo, osserviamo soltanto un silenzio a cui non riusciamo a dare più alcuna giustificazione. Se questo progetto è potuto partire ed è arrivato al punto in cui si trova è grazie alla tenacia di tutti quei lavoratori che hanno tenuto in vita la fabbrica, credendo ostinatamente nella possibilità di tornare a produrre e lavorare, questa immobilità invece rischia di far saltare l’intero progetto, le due fabbriche e tutti i posti di lavoro, inaccettabile soprattutto in una fase in cui il mercato dell’elettrodomestico è in forte ripresa”, hanno concluso le rappresentanti della Fiom.
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