Dopo l’incontro svoltosi tra una delegazione dei pescatori e l’amministrazione comunale di Porto Tolle (Rovigo) nel pomeriggio di mercoledì 21 aprile, tra le varie richieste, anche quella di ristori per salvare le attività.
Un primo ristoro interno arriverà dal Consorzio: circa 700 euro a pescatore, ricavati dalla suddivisione dell’utile del bilancio consortile del 2020 di 1 milione e 200 mila euro. Una delle soluzioni sul tavolo per aiutare la pesca, a far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia e dalla scarsa vivificazione delle lagune. Per migliorare la situazione servirebbe la semina da parte dei pescatori, ma non ci sono abbastanza fondi.
Daiana Finotti, membro della delegazione, ha contestato: “Quei 700 euro non sono un avanzo dato da una buon gestione dell’impresa, ma sono soldi nostri, risultato delle trattenute mensili dalle nostre buste paga”. Alberto Salmi, altro componente delegato, ha aggiunto: “Da tempo per ogni chilo di prodotto pescato viene trattenuta una percentuale che va a costituire un fondo per l’acquisto della semina. I soldi sono trattenuti, ma la semina non viene acquistata”.
“Questa situazione si sarebbe evitata se gli amministratori del Consorzio avessero dimostrato lungimiranza nell’organizzazione della filiera produttiva — ha detto Niki Penini, portavoce dei pescatori —. Devono dimettersi dai ruoli ricoperti nelle cooperative, facilitando il ricambio generazionale. C’è stata una perdita del 50% rispetto a tre anni fa”.
Penini ha chiesto quali siano le azioni dell’amministrazione comunale per far fronte alla crisi. “Sono sereno per quanto fatto per la pesca in questi anni — ha chiarito il sindaco Pizzoli —. Nonostante le tante disgrazie, diversi gli interventi”. Uno di questi riguarda i lavori contro l’insabbiamento della laguna di Barbamarco, per quasi sei milioni di euro.
Al centro dell’incontro anche la questione dei diritti esclusivi di pesca e delle cavane distrutte in attesa di ristori dal Governo. Inattuabile la richiesta dei vongolari al Comune di Porto Tolle di chiedere la cessione dei diritti esclusivi di pesca dalla Provincia di Rovigo, per creare una convenzione municipale di 7 anni. Alla Provincia che detiene i diritti esclusi di pesca, il Consorzio paga infatti un cospicuo canone per l’uso delle lagune.